Cos’è un afrodisiaco? Qualcosa che risveglia la sfera dell’eros, della passione. Questo secondo freddi principi scientifici. A me piace concordare con un’ altra teoria che non ha limiti né scientifici né morali, secondo cui un afrodisiaco è un qualcosa che esplora la sfera della fantasia e dell’immaginazione, capace di risvegliare le passioni più assopite e dimenticate. A proposito di cibi definiti afrodisiaci, crediamo che a tavola si possano riaccendere passioni cadute nell’oblio, magari risvegliate con portate che parlano francese o semplicemente pasteggiando con fragole e champagne come nei film più romantici. Ma, la magia non sta nei cibi o nel loro nome francese. Lo scrittore Montalbàn, nelle sue Ricette immorali scrive …Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare, ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare…. Dunque, non serve rimpinzarsi di ostriche (come faceva Casanova che primo di un incontro amoroso ne gustava una cinquantina) sperando nel loro effetto afrodisiaco se non si prende l’ostrica con estrema sensualità, e con gesti lenti ma decisi la si bagna con qualche goccia di limone, e guardando negli occhi l’amante, la si porge sussurrando il potere afrodisiaco del mollusco. È questa la magia che lega il cibo alla sessualità. Non esistono potenti afrodisiaci che fanno rinascere l’erotismo se non sono conditi con una dose di creatività e immaginazione. Se lo scopo dell’afrodisiaco è l’amore carnale allora bisogna inventare, creare l’atmosfera magica( che in fondo è uno stato mentale che si esterna attraverso la sensualità) quasi un rito in onore di Afrodite!