Nastro verde bianco e rosso per il 40° compleanno del FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MOSCA, in programma dal 19 al 26 aprile: il “taglio” che dà il via alla festa spetta infatti a Ferzan Ozpetek con Napoli velata, invitato sia in Concorso che come Film di Apertura; prosegue con altri due film italiani in gara, il già annunciato Riccardo va all’inferno di Roberta Torre e Hanaa di Giuseppe Carrieri (Concorso Documentari) e si prolunga con altri sei titoli nelle sezioni collaterali, per un totale record di nove film. Una presenza forte in un festival storico, vetrina privilegiata per un mercato e una platea rilevanti, giunto alla maturità nell’anno dei mondiali di calcio e precauzionalmente spostato dal consueto mese di giugno ad aprile.

Numerosi gli invitati italiani, molti dei quali di famiglia al Festival: da Ferzan Ozpetek, in Concorso già con “Magnifica presenza” che vinse il Premio del Pubblico, accompagnato dalla produttrice Tilde Corsi, a Massimo Ranieri che torna a Mosca (dove presentò “La macchinazione”) con Roberta Torre e il compositore delle musiche di “Riccardo” Mauro Pagani, a Matteo Botrugno e Daniele Coluccini che furono invitati con il loro primo film, “Et in terra pax” e ora accompagnano Il contagio. Completano la delegazione Giuseppe Carrieri e nella Giuria Internazionale Paolo Del Brocco.
Gli altri titoli in programma comprendono Gli sdraiati di Francesca Archibugi, The leisure seeker di Paolo Virzì e Land di Babak Jalali.

Da mesi era stato programmato un tributo ai Fratelli Taviani, che con Mosca da anni condividono un rapporto di scambio e di apprezzamento del pubblico. All’indomani della scomparsa di Vittorio Taviani il tributo assume una valenza di ulteriore senso per il pubblico del festival, che avrà modo di vedere o rivedere San Michele aveva un gallo, tratto da un racconto di Tolstoj, riflessione di poetica lucidità sulle contraddizioni dell’utopia socialista, con un memorabile Giulio Brogi, e il recente Una questione privata, dal capolavoro di Beppe Fenoglio, racconto di resistenza e di gioventù, fresco e urgente come un’opera prima.

Così commenta la selezione di quest’anno il critico Peter Shepotinnik, responsabile delle selezioni italiane per il Festival: “Il cinema italiano è sempre stato ospite d’onore al Festival di Mosca. L’immenso Federico Fellini è stato premiato due volte, Luchino Visconti è stato in Giuria; e ancora Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra, Bernardo Bertolucci, Pietro Germi, Damiano Damiani, i fratelli Taviani hanno presentato i loro capolavori al pubblico russo sin dagli anni ‘60. Pier Paolo Pasolini, invece, è stato vittima della censura fino alla Perestrojka. Anche gli autori contemporanei contano su un pubblico di ammiratori affezionati a Mosca, per questo siamo felici del ritorno di maestri affermati come Ferzan Ozpetek e Roberta Torre e di giovani promesse come Matteo Botrugno, Daniele Coluccini e Giuseppe Carrieri”. La presenza dei titoli e delle delegazioni dei film italiani al Festival Internazionale di Mosca è coordinata da Istituto Luce Cinecittà-Filmitalia.