«La morte di Sofia per malaria è un evento rarissimo. Difficile risalire alla fonte dell’infezione, ma escludendo errori clamorosi, come una massiccia trasfusione di sangue contaminato, le sorelline del Burkina Faso che erano ricoverate con lei a Trento non c’entrano nulla».

Lo afferma in un’intervista pubblicata sul numero di OGGI domani in edicola il professore tedesco Peter Kremsner, uno dei massimi esperti al mondo in malattie tropicali e scopritore di un vaccino antimalarico, presentato nel febbraio scorso su Nature. Lo specialista tedesco, docente all’università di Tubinga, ha seguito con attenzione la tragedia di Sofia e per spiegare a OGGI le proprie conclusioni ha dovuto fare alcune premesse.

«Il fatto che Sofia e le bimbe africane siano rimaste insieme per cinque giorni nello stesso reparto non deve trarre in inganno», ha precisato Kremsner. «Il vettore tra un soggetto malato e uno sano può essere solo una zanzara di tipo anofele. Ce ne sono anche da noi, ma solo in casi molto rari e in condizioni molto particolari riescono a trasmettere il plasmodium falciparum, ossia il parassita che scatena la malattia. Ma è tutta questione di tempi. Dopo aver punto una persona infetta l’anofele incorpora i gameti del plasmodium e prima che possa portare a maturazione il parassita, per poi trasmetterlo a un altro individuo, devono passare circa due settimane. Sofia e le bambine del Burkina sono state insieme in reparto per pochi giorni, insufficienti a trasmettere l’infezione».

Kremsner spiega che le ricerche andrebbero estese ai ricoveri per malaria avvenuti a Trento nelle settimane precedenti. «Ne risultano due», ha detto a Oggi,  «uno dal 19 al 25 luglio proprio in pediatria. L’altro dal 29 luglio al 4 agosto agli infettivi. Se una zanzara anofele avesse punto uno di questi due soggetti, avrebbe avuto il tempo di portare a maturazione il plasmodium e avrebbe potuto trasmetterlo a Sofia mentre era ricoverata. Dovendo fare un confronto sui ceppi genetici del parassita, lascerei perdere le sorelline del Burkina e mi concentrerei sui due casi precedenti».