Tra marzo a giugno 2016 cala di quasi 10 punti l’indice di fiducia degli italiani: aspettative al ribasso per quanto riguarda economia e redditi, mentre rimane in area positiva la propensione all’acquisto.  A livello europeo, invece, l’indice di fiducia aumenta di 4,1 punti, assestandosi a 13,1 punti. Un dato medio che riflette una situazione molto eterogenea: sui risultati dei singoli paesi pesano soprattutto le questioni locali. Per il futuro, si teme l’effetto della Brexit, che sta già minando la fiducia degli inglesi.
Gli italiani sembrano avere poche speranze nella ripresa: a giugno l’indice di fiducia dei consumatori rilevato da GfK si è attestato a -31,3 punti, con un calo di 9,9 punti rispetto al mese di marzo. Si tratta della diminuzione più significativa registrata a livello europeo negli ultimi tre mesi.

Il trend positivo degli ultimi mesi del 2015 sembra ormai un ricordo lontano. A pesare sono sicuramente il persistere della crisi economica e finanziaria, l’arrivo di un elevato numero di migranti e l’andamento del tasso di disoccupazione che, pur avendo registrato un lieve calo negli ultimi mesi, rimane tra i più alti in Europa (11,5%). Non c’è quindi da meravigliarsi se i consumatori italiani non si aspettano un miglioramento della situazione economica personale nei prossimi mesi: a giugno, infatti, l’indicatore delle aspettative di reddito è sceso a -7,1 punti, con un calo di 4,1 punti rispetto al valore di marzo.

Nonostante la crisi economica e l’elevato tasso di disoccupazione, gli italiani sembrano avere ancora voglia di spendere, come dimostra l’andamento dell’indicatore della propensione all’acquisto, che a giugno ha raggiunto i 20,6 punti. Sebbene in calo di 5,8 punti rispetto al mese di marzo, questo valore risulta particolarmente positivo se paragonato ai livelli dello scorso anno, rispetto ai quali ha registrato un aumento di 16 punti. Tra le ragioni che contribuiscono a questo risultato c’è sicuramente il livello ancora basso dei tassi di interesse, che consente di ottenere facilmente prestiti per effettuare acquisti di maggiore entità.

I risultati della ricerca a livello europeo
Nel secondo trimestre del 2016, in Europa il dibattito si è concentrato soprattutto su tematiche locali: le elezioni in Austria e Spagna, le sanzioni alla Russia, le trattative sui nuovi pagamenti alla Grecia, il dramma dei migranti in Italia, ecc. Questo ha portato ad una situazione molto eterogenea nei risultati dell’indice di fiducia dei consumatori. Tuttavia, nel complesso, l’indice è aumentato del 4,1 punti percentuali nel periodo compreso da marzo a giugno 2016, raggiungendo 13,1 punti, il valore più alto da marzo 2008.

Non sono mancati ovviamente gli elementi di instabilità. In tutta Europa si è continuato a parlare molto della lotta al cosiddetto Stato Islamico, alla luce anche degli attacchi terroristici che hanno colpito in particolare la Turchia. In previsione degli Europei di calcio 2016, si è discusso molto su come prevenire e contrastare eventuali attacchi terroristici. Anche l’accordo sui migranti tra UE e Turchia – e il conseguente rallentamento del flusso dei rifugiati diretti in Europa – è stato al centro del dibattito, con le relative implicazioni legate all’ottemperanza della Turchia ai principi democratici fondamentali.

Uno dei temi più caldi, soprattutto nel mese di giugno, è stato il referendum sull’UE tenutosi in Gran Bretagna. Tuttavia, l’indice di fiducia dei consumatori qui presentato non è stato influenzato dal “sì” alla Brexit, in quanto la rilevazione è precedente al voto del 23 giugno. Per i prossimi mesi, comunque, è ragionevole attendersi che le attuali insicurezze sui mercati finanziari influenzeranno anche ai consumatori europei.

Su questo tema, GfK ha realizzato recentemente un sondaggio in Gran Bretagna per misurare le reazioni alla Brexit nel periodo immediatamente successivo al voto. I risultati mostrano una diminuzione di 8 punti dell’indice di fiducia, che arriva a toccare i -9 punti: si tratta del calo più significativo registrato dal 1994. L’indagine mette in luce una preoccupazione diffusa: 6 intervistati su 10 hanno dichiarato di aspettarsi un peggioramento della situazione economica nei prossimi 12 mesi. L’intensità con cui l’esito del referendum influenzerà l’indice di fiducia dei consumatori europei nei prossimi mesi dipenderà comunque da una serie di fattori politico-finanziari, dal modo in cui si svilupperanno le discussioni sull’uscita del Regno Unito all’interno dell’UE agli impatti della Brexit sull’economia dei singoli stati.

Per ulteriori informazioni http://consumer-climate.gfk.com/