Tramontato definitivamente lo stereotipo per cui lo sport è “maschio”, la presenza delle donne nell’universo dello sport è ormai un dato di fatto. Ora le donne frequentano le palestre, praticano sport ad alto livello e in alcune discipline ottengono risultati che competono egregiamente con quelli dei maschietti. L’uomo ottiene mediamente prestazioni più elevate grazie alla maggiore forza muscolare ricevuta in dotazione da madre natura, ma nel nuoto ad esempio le donne hanno la meglio. Il motivo è che sono naturalmente avvantaggiate nel galleggiamento dalla diversa distribuzione del grasso corporeo nel loro organismo. Sulla piena compatibilità dell’attività fisica con le caratteristiche fisiologiche della donna non ci sono dubbi, sugli effetti dell’allenamento sull’organismo femminile c’è invece qualche attenzione in più da avere, soprattutto quando si tratta di attività fisica intensiva. I danni non li fa infatti solo il sedentarismo, ma anche una pratica sfrenata dell’esercizio fisico. Può succedere quando, per inseguire una medaglia o un modello estetico, atlete professioniste e non si sottopongono ad allenamenti massacranti e seguono diete sballate, che degenerano poi nei disturbi del comportamento alimentare, dall’anoressia alla bulimia. Le donne appaiono particolarmente a rischio. Basta ricordare le silhouette di certe campionesse della ginnastica artistica, del nuoto o della maratona, tutte specialità dove l’estrema leggerezza avvantaggia, per capire che lo sport può indurre un’eccessiva magrezza. Quando si verifica una forte riduzione della massa magra, associata magari a stress psicofisico, aumentano le probabilità di andare incontro a disturbi del ciclo mestruale, cioè irregolarità mestruale, oligomenorrea o addirittura amenorrea, ossia assenza totale del ciclo mestruale. Correlato al problema dell’oligomenorrea e dell’amenorrea è il fenomeno dell’osteoporosi. La maggiore incidenza dell’osteoporosi si ha quando si verifica un abbassamento del livello degli estrogeni, condizione che si accompagna ad oligomenorrea o amenorrea. Possibile concausa di osteoporosi è un’alimentazione nella quale sia talmente ridotta la presenza dei grassi da causare una insufficiente assunzione di calcio e di vit.D, sostanza che viene veicolata nei grassi. Un altro fenomeno in aumento tra le sportive è il “dismorfismo muscolare” , definizione con la quale si etichetta chi in palestra non è mai soddisfatto dei propri muscoli e della magrezza e si sfinisce con la fatica, in preda a una sorta di bulimia sportiva. Una ricerca svolta a Saint Louis ha individuato percentuali preoccupanti (oltre 1 su 4) di sportivi affetti da visioni distorte del proprio corpo. In particolare le donne a parole sarebbero disposte a fare di tutto pur di eliminare i chili di troppo, compresi quelli immaginari. Le donne che si dedicano ad attività dove non è così importante essere filiformi tendono invece ad avere con il cibo un rapporto più equilibrato e consapevole rispetto a quelle che non praticano sport. Dal punto di vista psicologico dati che collimano con altre indagini, svolte sia negli Usa che in Europa, rivelano che le donne che fanno sport si considerano più sicure di sé, più fiduciose e più contente del proprio livello di salute e benessere. Si allo sport quindi ma a piccole dosi, quel tanto che basta per sentirsi ok.