La storia vera che ha ispirato il film diretto da Christopher Nolan interpretato da Kenneth Branagh, Tom Hardy e Mark Rylance distribuito da Warner Bros.

Nel 1940 più di 300.000 soldati alleati intrappolati nel porto francese di Dunkerque furono salvati dalle mani dei nazisti con una straordinaria evacuazione via mare. La storia vera dei soldati, marinai, avieri coinvolti in quei nove giorni di battaglia è diventata leggenda.

L’autore bestseller Joshua Levine, che è stato consulente della produzione durante le riprese del film, racconta nei particolari la vicenda che Winston Churchill descrisse come un miracolo, corredandola di interviste con veterani e sopravvissuti.

Visto dal mare, dai cieli e da terra, Dunkirk di Joshua Levine è il drammatico resoconto di una disfatta che ha spianato la strada alla vittoria finale garantendo così la libertà alle generazioni future.

 

Joshua Levine
“Dunkirk”
In libreria per HarperCollins Italia

Maggio 1940. La travolgente avanzata delle truppe tedesche in Belgio e nel nord della Francia costringe le armate anglo-francesi a ripiegare progressivamente verso le coste della Manica, intrappolando oltre 300.000 soldati nel campo trincerato di Dunkerque. L’unica speranza di salvarli è organizzare una massiccia evacuazione via mare utilizzando tutte le imbarcazioni disponibili, dalle enormi unità militari ai pescherecci alle piccole navi da diporto. Autorizzata da Winston Churchill e organizzata in tempi record dall’Ammiragliato britannico, l’Operazione Dynamo si svolse tra il 27 maggio e il 4 giugno, concludendosi con un successo inaspettato che fu salutato come “il miracolo di Dunkerque”.

Attraverso i racconti e le testimonianze dei veterani e dei sopravvissuti, Joshua Levine ricostruisce con straordinaria efficacia la storia dei soldati che rimasero per giorni sulla spiaggia, sotto i bombardamenti e il fuoco nemico, senza cibo né munizioni; dei civili che li portarono in salvo su imbarcazioni spesso piccolissime e sovraccariche; degli avieri che rischiarono la vita per far guadagnare del tempo prezioso ai compagni bloccati a terra; di coloro che su quelle spiagge morirono.