È uno dei maggiori studiosi del suono dal punto di vista medico, l’otorinolaringoiatra francese che circa cinquanta anni fa fece una serie di scoperte sensazionali ora sviluppatesi in tutto il mondo: il professor Alfred Tomatis, La teoria del professore, basandosi sulla diverse funzioni dell’orecchio e delle sue relazioni con la voce, è finalizzata a migliorare le nostre capacità di apprendimento e di comunicazione. Ha risolto, tra i bambini, problemi emotivi, dislessia, difficoltà di apprendimento e d’attenzione, iperattività, autismo, balbuzie. Ha aiutato molti adulti a combattere la depressione, ad apprendere più velocemente una lingua straniera, a comunicare con più facilità, ad essere più creativi ed attivi nel lavoro grazie ad un migliorato livello di energia e ad un’acquisizione di maggiore fidicia in sé stessi.

Il metodo Tomatis si basa sullo sviluppo della capacità di ascolto e delle altre importati funzioni dell’orecchio. Quest’organo infatti non è fatto solo per udire, ma grazie ad elementi quali il vestibolo e la coclea, serve a darci il senso dell’equilibrio, della coordinazione, della verticalità, a controllare il tono muscolare: in generale ci trasmette il senso del nostro corpo nello spazio. La coclea in particolare analizza i suoni, cosa molto importante per il linguaggio. Entrambi questi organi in connessione con il sistema nervoso gestiscono il tatto, la vista e l’udito.

È stato notato che le frequenze alte sono stimolanti per il cervello, mentre quelle basse sone dette “suoni di scarica” perché ci privano dell’energia. La musica rock e rap è basata sulle frequenze basse, per cui un ascolto prolungato genera spossatezza ed esaurimento della vitalità.
La musica di Mozart o di Bach invece hanno l’effetto contrario grazie al tipo di frequenze dette “suoni di ricarica” che, “caricando” appunto il cervello, permettono una maggiore concentrazione, creazione e immaginazione. Tomatis sostiene però che udire non è sufficiente, bisogna ascoltare in maniera razionale, registrare le informazioni in modo discriminante. Chi ha problemi d’ascolto, ha di conseguenza problemi nella ricezione degli stimoli esterni.

Sapevate che esiste un orecchio dominante? In alcuni di noi infatti domina l’orecchio destro, altri invece sono mancini. Chi ha più sviluppato il destro, è di solito un soggetto estroverso e può meglio controllare l’emotività e i parametri che regolano la voce e la parola. La nostra voce (il timbro, il tono ecc.) dipende da come percepiamo i suoni, pertanto, se cambia il nostro modo di percezione, cambia anche la nostra voce.

E ancora. Il difetto di ascolto comporta una serie di problemi che vanno dallo sviluppo nell’infanzia al comportamento sociale, alla motricità. Problemi risolvibili mediante la terapia che, migliorando il nostro modo di percepire, può cambiare la nostra vita.