Il padre che questa mattina vicino a Catania ha accoltellato le due figlie mentre dormivano, uccidendo la prima di 14 anni, e’ l’ennesimo caso di infanticidio commesso in poche settimane. Secondo lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano ed autore del libro ‘Vincere l’ansia con l’intelligenza emotiva’, a far scattare la molla del raptus che ha portato il padre, pare alle prese con una crisi matrimoniale, al tragico gesto potrebbe forse esserci un senso di inferiorita’ verso la moglie, oppure un senso di protezione verso i figli per evitare loro un futuro di sofferenze.

“Gli elementi a disposizione per conoscere la storia sono ancora pochi – afferma lo psichiatra Cucchi – tuttavia possiamo provare a fare delle supposizioni di carattere legati alla medicina, alla criminologia e alla psicopatia forense: esistono casi in cui il comportamento delittuoso puo’ essere ricondotto a complesse dinamiche relazionali psicologiche non necessariamente patologiche. In un mondo come il nostro, molto “doverizzato” verso il giusto, il socialmente atteso, al conformismo della moda, dove prevale l’io al noi e non esiste quasi il valore del condiviso, del comunitario, emozioni intense come la gelosia, la rabbia, la vergogna, l’invidia, la paura di non essere all’altezza possono diventare i motori di gesti eclatanti, a volte anche in forme di perversi gesti autolesionistici come il figlicidio.

Proprio come nella mitologia di Medea. Le dinamiche possono essere molto diverse fra uomo e donna, padre e madre. I padri, che agiscono piu’ spesso in ambiti di suicidio allargato a omicidio dei famigliari, riguarda piu’ spesso figli di eta’ piu’ avanzata: il suicidio e’ perpetrato per senso di colpa, l’omicidio per senso di altruismo, vissuto come salvaguardia da un futuro di sicure indicibili sofferenze. Questo spesso ricorre in forme di psicopatologia grave. Quando le dinamiche sono legate maggiormente alle estremizzazioni di problemi emotivi e relazionali, sono centrali il senso di inferiorita’ nei confronti della moglie, che ha magari un ruolo sociale piu’ elevato, una certa immaturita’ che cozza con il ruolo paterno, o un problema circa la gestione delle responsabilita’”.