È qui, possiamo toccare la copertina, rileggere i passi più significativi, accuratamente sottolineati, e immaginare una stanza buia e un fioco raggio di sole attraversarla nella sua interezza. Gomorra, (Mondadori, euro 15,50) è tutto questo: 331 pagine di coraggio allo stato puro, occhi ben aperti, attenti osservatori di una città, Napoli caput mundi ma sempre lì, in bilico sull’orlo di un precipizio.

Il Sistema, la camorra, cela mille volti. Il giovane Roberto Saviano ha alzato il velo su ogni sfaccettatura di quest’organizzazione criminale che regola la vita di un’intera regione, raccontando con caparbietà di un perfetto meccanismo che lega le firme del lusso e il commercio di droga, lo smaltimento dei rifiuti tossici e i cadaveri dei cinesi morti in Italia, il racket di quartiere e il mondo del business internazionale. Il coraggio del giornalista d’inchiesta unita all’incredibile capacità della narrazione appassionata del vero scrittore, ma inscindibile dall’amore doloroso per Napoli di chi, a Napoli, è nato e cresciuto. Il luogo dove la Camorra, come conferma Saviano, omicidi a parte, si comporta come un’impresa modernissima: maledettamente simile nella forme, nei gesti e nelle parole così pericolosamente vicine alle nostre.

Un marchio a fuoco sulle proprie esistenze in posti dimenticati dove si sa è facile tacere, dove è facile dire a mezza voce “qui nessuno è pulito”: un vero romanzo d’azione, dai contorni tragicamente veri. Saviano ci parla di ragazzini che imparano a sparare a dodici anni o che sognano di diventare “Ciruzzo ‘o milionario” o “N’tufato” e morire ammazzati, di ville favolose che copiano quelle viste al cinema, ma sono costruite accanto alle discariche abusive. Dove un prete stufo di celebrare funerali può urlare che “se 15 anni nel sud Italia sono abbastanza per lavorare, decidere di rapinare, uccidere ed essere uccisi, sono anche abbastanza per prendere responsabilità di tali cose”. Un libro appassionante e scrupoloso, brutale e potente: non aspettatevi la lieta novella, Roberto Saviano, ventisei anni, oggi vive sotto scorta. Noi, però della sua voce avevamo bisogno per scuoterci da questo torpore.