Non vi è dubbio che ogni angolo di Venezia ne abbia viste e vissute tante, in virtù del suo passato di città ricca e importante, crocevia di popoli e commerci, con una vita cittadina brulicante e vivace sia all’interno dei palazzi nobiliari che sull’acqua o per strada. Ogni angolo, ogni edificio e monumento, hanno la loro storia, legata a come sono stati costruiti, a chi vi abitava, come se ogni pietra potesse parlare. Halloween è la festa dei morti, degli spiriti, e si presta perciò particolarmente ad essere vissuta a Venezia: in città si organizzano passeggiate tematiche alla scoperta delle sue leggende, cortei mascherati, e ovunque il 31 ottobre è possibile respirarne l’atmosfera.

Considerando la quantità di leggende, i fantasmi sembrano essere in gran numero fra gli abitanti di Venezia. Tanti nei palazzi storici, come Palazzo Dario, costruito dal 1479 quasi alla fine del Canal Grande e riccamente decorato, considerato maledetto perché si raccontava che tutti coloro che acquistarono la casa fossero morti per strane cause accidentali o per suicidio. Fra le ipotesi: che il palazzo fosse stato costruito su un cimitero dei templari, che venisse influenzato negativamente da un talismano del portone del palazzo di fianco o che sia tuttora abitata dagli spiriti dei precedenti proprietari. Leggenda o meno, ancora oggi molti Veneziani si tengono alla larga dal palazzo.

Anche ai Giardini della Biennale vi è una storia legata a un fantasma. Dietro alla statua di Garibaldi fu collocata una guardia del corpo bronzea raffigurante Giuseppe Zolli, soldato garibaldino che aveva giurato di guardargli le spalle anche da morto, dopo che nel 1921 si raccontò che un fantasma in camicia rossa molestasse i passanti con strattoni e sgambetti.

Alcune leggende sono state raffigurate in bassorilievi visibili ancora oggi.

Una è legata alla celebre mano di Tintoretto, che scolpì una lastra raffigurante Ercole nudo con la clava in mano, a monito e guardia dell’abitazione contro una strega che molestava sua figlia. L’altorilievo si trova ancora sulla facciata della casa dove Tintoretto abitò gli ultimi vent’anni prima della morte.

Un altro bassorilievo pare raffiguri sul portale della scuola di San Marco la leggenda di un levantino che uccise la madre e le strappò il cuore, scolpito dal celebre scalpellino cinquecentesco Cesco Pizzigani.

A Palazzo Mastelli, detto Casa del cammello per via di un bassorilievo fatto scolpire sulla facciata dal ricco mercante proprietario per far riconoscere la dimora alla sua amata, sono raffigurati da statue agli angoli della piazza e nelle fondamenta i 3 mercanti che vi abitavano all’inizio del XII secolo. Secondo la leggenda furono pietrificati per la loro disonestà.

A volte le leggende danno addirittura il nome ai luoghi. Come nel caso dell’Isola di Sant’Elena, chiamata così perché ospita le spoglie di Elena madre dell’Imperatore Costantino. La storia vuole che la nave che trasportava le spoglie si incagliasse proprio lì, per ben due volte. La cosa fu interpretata come volontà della Santa di riposare sull’isola all’epoca disabitata.

Alcune storie confermano poi la propensione particolare di Venezia a credere a fantasmi e fenomeni particolari, anche grazie alla sua toponomastica e ai riflessi dell’acqua. Come quella del fantasma della Scuola di San Giovanni Evangelista: nel 1844 vedendo una luce in una finestra della scuola si sparse la voce che fossero fantasmi e il fenomeno raggiunse dimensioni tali da radunare molte persone ogni sera ad ammirare la cosa. Fu poi scoperto che si trattava banalmente del lume di una casa che si rifletteva nelle finestre dell’edificio.

Di leggende come queste è piena la città, e ambiente e racconti renderanno ancora più suggestivo il vostro Halloween. Per vivere appieno l’atmosfera misteriosa del centro di Venezia, ecco i consigli di Condé Nast Johansens nel centro di Venezia.
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