L’ex ragazzo di borgata ora può sorridere. Guardandosi indietro e riflettendo sul percorso compiuto, dare vita ad una cittadella dello spettacolo dove ascoltare, insegnare, creare musica e non solo significa realizzare un sogno. Era il 1992 quando Renato Zero posava la prima pietra. Il 12 gennaio 1999 a Strasburgo nella sede del parlamento europeo il progetto viene presentato come imminente. Solo adesso si può affermare che a livello amministrativo il più è fatto e si può partire. Davvero. Ci vorranno due anni e mezzo per vedere sorgere Fonopoli, costruita su un’area di tre ettari, fra Corviale, via della Magliana e l’autostrada Roma-Fiumicino, ma l’impressione e che sia la volta buona. La svolta, nella necessità di creare un importante struttura per i giovani di periferia. Due le fasi per la realizzazione. Per ora si pensa alla prima che comprende la parte coperta del centro musicale. Il resto verrà preso in considerazione solo se Fonopoli Uno avrà funzionato a dovere. Una imponente scalinata introdurrà nel palazzetto con tre teatri (due all’aperto e un auditorium di quattromila posti al chiuso che potrà trasformarsi in discoteca) destinati alla musica, ma anche alla prosa, al cinema e alla danza. A ciò si aggiungeranno un asilo nido e gli spazi dedicati allo sport. “Fonopoli sarà una casa, un posto dove poter suonare il campanello.L’arte strappata alla pubblicità e al commercio bieco. Ma”,spiega Zero, “per avere successo la cittadella dovrà anche produrre. Per questo ci saranno i mezzi tecnici per realizzare in tempo reale dvd e cd degli spettacoli”. La prima fase dei lavori dovrebbe partire fra sette mesi. Il costo iniziale sarà di 15 milioni di Euro. L’amministrazione capitolina diventerà proprietaria della futura casa della musica: una novità rispetto all’idea originaria che prevedeva una preponderante presenza dei privati. La gestione invece verrà affidata all’associazione culturale guidata da Renato Zero. Luca Gasbarro