Il 15 aprile 1989 si giocava la semifinale di Coppa d’Inghilterra tra Liverpool e Nottingham Forest. In molti, di entrambe le squadre, si erano riversati allo stadio di Hillsborough, a Sheffield, per tifare i propri beniamini, in una partita dal sapore particolare. Il calcio inglese era infatti negli anni bui (squalificato a tempo indeterminato dalle competizioni internazionali per la tragedia avvenuta nel 1985 allo stadio Heysel, durante la finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus), e la coppa nazionale aveva preso una grande importanza.  La polizia decise di aprire il Gate C, il cancello di un tunnel che dava direttamente sulla curva destinata ai tifosi del Liverpool, troppo numerosi per essere contenuti da quel settore. Accadde così che, tra i restanti supporters che premevano all’esterno dello stadio e la polizia che dall’interno spingeva per evitare l’invasione di campo, nessuno si accorse che sotto il tunnel 96 persone perdevano la vita e più di 200 rimanevano ferite. L’orologio della Kop, la storica curva dello stadiodel Liverpool, è ancora fermo alle 15.06, ora in cui venne interrotta quella tragica partita.  In tutta Europa si è ricordata la tragedia di Sheffield, che mai come ora torna attuale. Andare allo stadio è ancora pericoloso, perché una nuova ondata di violenza sta bagnando le cronache sportive del vecchio continente. Violenza folle, gratuita e incontrollata, che allontana la gente da quello che dovrebbe essere  un momento di gioia e di aggregazione, come lo sport. Nel nostro Paese il livello è ai massimi storici, da Calciopoli la scorsa estate, ai più recenti fatti di Catania, fino all’ultima scintilla di Roma-Manchester. Il clima è insostenibile, tant’è che la giustizia sportiva, a braccetto con quella ordinaria, stanno adottando il pugno di ferro per reprimere il fenomeno. Anche se alcuni provvedimenti sono già caduti, perché, apparentemente, gli interessi economici hanno importanza maggiore. Allora il suddetto pugno di ferro rischia di diventare una carezza di piuma che non eviterà agli stupidi di entrare negli stadi e continuare a dar sfogo alla loro violenza.  Il governo ha di recente approvato un pacchetto di leggi a “tolleranza zero”, per debellare questa pericolosa patologia del mondo calcistico, e sportivo in generale. Ma è l’intero sistema-calcio che deve essere ricostituito, partendo dalle radici, come dimostrano i cambi ai vertici delle amministrazioni italiane ed europee. Per creare un “nuovo” che possa riempire le falle lasciate dal “vecchio”. E riportare il calcio ad essere quello che è sempre stato: solo e semplicemente uno sport. Così la gente potrà riavvicinarsi agli stadi con serenità, e vivere un momento di festa.