Giovane, colta, affascinante, sagace. Questa è Ségolène Royal, la politica a capo del partito socialista francese che proprio questo fine settimana si contenderà l’Eliseo con Nicolas Sarkozy, timoniere del centrodestra. I sondaggi danno una vittoria netta di quest’ultimo (anche se mai dire mai), ma la Royal ha già ottenuto il suo grande risultato personale. Cinque anni fa non era neanche riuscita a superare il primo turno, che ha visto un plebiscito a favore della rielezione di Chirac. Oggi invece se la giocherà fino all’ultimo, perchè l’ago della bilancia è il grande escluso Francois Bayrou, battuto due settimane fa,. che potrebbe appoggiare in extremis la candidatura della leader di centrosinistra.Politica a parte, Ségolène Royal ha creato un vero e proprio “fenomeno di emulazione”, stimolando molte giovani donne ad intraprendere la strada verso i vertici istituzionali, dimostrando che non è impossibile arrivare, perché no, anche alla presidenza di un Paese. Lo ha fatto “la cancelliera” Angela Merkel qualche hanno fa, con la creazione della super coalizione democratica tedesca, rischia di farlo anche lei (domenica l’esito). Certo che se due fari europei come Germania e Francia affidano le loro redini a due donne significa che qualcosa sta cambiando, che finalmente il pregiudizio che ha visto il gentil sesso impossibilitato ad arrivare ad incarichi di massima importanza è caduto.In realtà non si ha davanti una vera e propria novità. I Paesi del Nord Europa, quelli dell’ex Unione Sovietica, e molti dell’est Europeo hanno componenti femminili in Parlamento numericamente identiche a quelle maschili. In alcuni Stati, come l’Estonia, c’è una donna a capo del governo già da alcuni anni. In Repubblica Ceca addirittura le donne sono più numerose degli uomini in Parlamento. In pochi se n’erano accorti fino ad ora, almeno in Italia. Però con la cavalcata della Royal il fenomeno è entrato nei palinsesti di molte trasmissioni televisive e radiofoniche, nei titoli di molti giornali. Sarà per la vicinanza, e per quello strano sentimento di amore-odio che ci lega al popolo transalpino, tant’è che ora nel Bel Paese il discorso è stato messo a fuoco.Proprio in Italia, dove il numero di parlamentari femminili è il più basso di tutta Europa, e dove i politici sono quelli più in avanti con gli anni. E la cosa non migliora, promesse a parte. Forse perché i governanti italiani non sono abituati all’idea di avere una donna che contenda loro la poltrona. Con il suo arrivo alla sfida finale Ségolène Royal ha smosso un po’ le acque. Una sua vittoria susciterebbe un maremoto nella vecchiotta classe dirigente italiana. Difficile però pensare di prendere spunto dalla Francia, che ci assomiglia sì, ma è pur sempre una delle democrazie più avanzate del mondo.