Lo sapevate che nelle grandi città metropolitane degli stati europei e nord americani si stima che gli automobilisti passino di media addirittura un intero giorno dell’anno a cercare parcheggio? Un tempo veramente spropositato ma purtroppo la grande densità dei centri più popolosi arriva a queste attese a dir poco incredibilmente stressanti.

Quando ci si trova poi nel periodo delle feste fuori da un centro commerciale c’è il tempo di fare anche le scommesse magari con il codice bonus bet365 su quando riusciremo a parcheggiare e cominciare finalmente il nostro shopping.

Tutto questo però in un futuro più o meno prossimo potrebbe terminare se la fase di sperimentazione del progetto Collaborative Parking che sta portando avanti Ford in Inghilterra si rivelerà fruttuosa. Si tratta di un sistema di elaborazione dati che riesce a visualizzare sul computer di bordo della macchina i posti liberi presenti in vaste aree dove l’occhio umano non può arrivare se non con svariati “percorsi di guerra” nella lotta al parcheggio libero.

Il sistema si basa su una “mappattura crowd-sourced” alimentata dai dati dei sensori di parcheggio dei veicoli che lo stanno utilizzando. Questi aggiornano la mappa che mostra così gli spazi liberi e può anche dialogare con i sistemi di monitoraggio dei parcheggi.

Ovviamente ci vorrà un po’ di tempo prima che tutti passino dalle autovetture “analogiche” non connesse, senza sensori agli ultimi modelli sempre più sofisticati ed automatizzati ma il processo oramai è incontrovertibile. Il progetto sperimentale Collaborative Parking rientra nel più ampio programma UK Autodrive voluto dal governo della Gran Bretagna e finanziato con oltre 20 milioni di milioni di sterline per incentivare la ricerca di soluzioni per rendere la guida meno stressante, più sicura e ridurre anche il consumo di carburante sia per ragioni economiche, sia per quelle ambientali.

Negli ultimi anni comunque si stanno facendo passi da gigante sul fronte della qualità della guida volta ad aumentarne la sicurezza e la serenità. I sensori anti-distrazione per evitare investimenti, le auto capaci di parcheggiare da sole o con importanti aiuti quali la telecamera posteriore senza dimenticare gli assistenti vocale per utilizzare lo smartphone senza mai lasciare le mani dal volante.

Ancora più in là si spingono le sperimentazioni per le vetture senza conducente. In Cina addirittura 6 auto a Guangzhou hanno superato brillantemente il test di collaudo di 2.8 chilometri. Non sono mancate invece le polemiche sull’investimento mortale avvenuto a Cincinnati negli USA da parte di una macchina autonoma di Uber, primo incidente avvenuto in questo campo ma la morte della donna non ha fermato la sperimentazione in molte altre aree degli Stati Uniti.

Secondo altri studi, le auto con guida autonoma aiutano incredibilmente ad evitare ingorghi e rallentamenti nel traffico. Oltre a meno stress e meno perdite di tempo, ciò significherebbe un impulso importante anche all’economia con minori sprechi di carburante in larga scala e di conseguenza anche sull’impatto nei confronti dell’ambiente che hanno i nostri movimenti a 2 o 4 ruote motorizzate.

Insomma, il futuro sta arrivando, forse anche molto prima di quello che fino a qualche tempo fa si poteva pensare.