Tra pochi giorni uscirà nelle sale cinematografiche di tutta Italia la trasposizione di un best-seller: “Il diavolo veste Prada”. È la descrizione del mondo frivolo e frenetico della moda, un mondo dal fascino indiscusso e indiscutibile, ma altrettanto effimero. Già alcuni anni fa il grande Robert Altman con “Prêt à porter” aveva immortalato sullo schermo vizi e virtù delle passerelle. E non è un caso che un film si ispiri direttamente alla moda, perché il confine tra essa e il cinema è sempre stato molto labile. È così che si creano fenomeni di costume, stili di vita, vere e proprie tendenze.

Oggi lo stile impero è tornato definitivamente in auge, ma pochi sanno che a rilanciarlo è stato il connubio tra una grande maison italiana, Gattinoni, e un film che ha fatto storia: “Guerra e pace”. Come scordare i bustini, i ricami e i tagli sotto la vita che hanno lanciato Audrey Hepburn? E che dire del guardaroba di Richard Gere in “American Gigolo”? Giorgio Armani disegnò per lui quelle giacche e quelle cravatte a pois rese famose dalla lunga scena iniziale in cui l’attore decideva cosa indossare. Lo stesso stilista vestì gli interpreti de “Gli Intoccabili” e propose il berretto di tweed che sarà un must di quest’autunno. Fendi creò il guardaroba per Madonna, in occasione della sua interpretazione di Evita Peron. Rimangono nell’immaginario collettivo le grandi pellicce marroni sfoggiate dalla star.

Ma se il cinema attinge al mondo della moda, è altrettanto vero che un film può cambiare il nostro modo di vestire e ispirare i più grandi stilisti. Marlene Dietrich fu la prima ad indossare il tailleur-pantaloni e a lanciare lo stile androgino che tanto ha segnato le collezioni di Armani. Dior ha proposto molte versioni dell’abito bianco plissé che Marilyn faceva alzare al vento in “Quando la moglie è in vacanza”. In Italia ci hanno pensato Sophia Loren e Silvana Mangano a far conoscere il vestitino stretto in vita e dalla scollatura assai generosa, capo che ha messo tutti d’accordo nella settimana della moda milanese.

Tuttavia, l’attrice che più di tutte ha fatto tendenza creando uno stile simply chic, imitatissimo in tutto il mondo, è ancora Audrey Hepburn, grazie anche al sodalizio con Givenchy nei film “Sabrina” e “Colazione da Tiffany”. I capelli corti e tirati indietro che lasciano intravedere la frangetta cortissima, le ballerine ai piedi, senza tacco per nascondere l’eccessiva altezza della diva, i leggins, i grandi cappelli e i mitici occhiali neri fuori misura: tutto all’insegna di un’eleganza minimalista e allo stesso tempo raffinata.

I film di questi ultimi anni confermano la tendenza di affidare i costumi alle mani esperte dei più grandi stilisti internazionali. La loro presenza si è fatta sempre più insistente, tant’è che Valentino ha interpretato se stesso in un cameo de “Il diavolo veste Prada”.

La moda non smetterà mai di vestire e di vestirsi di cinema, perché la sinergia tra queste due arti dura da più di un secolo e, in nessun momento come adesso, il loro legame è sembrato così forte.