Il tricolore in alto contro il cielo azzurro, l’inno di Mameli che riempie l’aria, le mani alzate al cielo in segno di trionfo, un giro d’onore da brividi sulla schiena… Per il quartetto italiano trionfatore a Piazza di Siena arrivare in sala stampa per la conferenza stampa ufficiale è stato un compito molto arduo. Baci, abbracci, battute, foto e selfie, pacche sulle spalle, emozione alle stelle, lacrime a fiume e soprattutto il calore di fan, amici, parenti, giornalisti, televisione, stampa e chissà chi altro ancora. Quest’anno a dire il vero che l’Italia potesse vincere era nell’aria, ma che abbia vinto davvero è stato come stappare una bottiglia piena di bollicine di spumante che spingevano da ben trentadue lunghi anni.

Di bottiglie in effetti se ne sono aperte ben più di una, e lo spumante è scorso a fiumi e ha bagnato tutti i presenti al termine di quella che è stata più una festa che una conferenza stampa, interrotta da battute, risate e commenti che erano più quelle che si scambiano tra amici.

La cosa certa è che nonostante la felicità e la gioia e la bellezza di questo momento, tutti i protagonisti hanno sottolineato come la vittoria di oggi non sia stata veramente una sorpresa: Roberto Arioldi, il selezionatore azzurro, era certo che fossero all’altezza; Lorenzo De Luca ha confermato la forma smagliante di cavalieri fantastici con cavalli fantastici ed era contento che la vittoria fosse arrivata al momento perfetto, con un calore di pubblico di cui raramente aveva avuto esperienza in precedenza; Bruno Chimirri ha lodato soprattutto Alberto Zorzi e Lorenzo De Luca, che hanno portato l’Italia a un livello così alto che vincere sembra quasi una cosa normale; Alberto Zorzi con il suo modo unico e particolare – elegante e distaccato insieme – di esprimere i suoi pensieri ha spiegato che la vittoria la volevano, quindi se la sono presa, mentre Piergiorgio Bucci ha celebrato, oltre alla bravura dei suoi compagni, anche l’apporto fondamentale di uno come Chimirri, motivatore pazzesco che tutte le nazioni del mondo ci invidierebbero, se solo sapessero…

E poi Uliano Vezzani, più di tutti abituato a vederli vincere in giro per tutto il mondo. Vezzani ha inoltre voluto sottolineare la bellezza e la perfetta organizzazione di questa edizione dello CSIO ringraziando Diego Nepi direttore marketing del CONI, il Presidente della FISE Marco Di Paola e l’Event lo Show Director del concorso Eleonora Di Giuseppe e Duccio Bartalucci.

“Devo ringraziare questi splendidi atleti e i loro magnifici cavalli perché da grande appassionato hanno esaudito un mio sogno – ha commentato il Presidente della FISE Marco Di Paolaè una soddisfazione enorme. Abbiamo dimostrato di avere tutte le capacità per vincere, adesso dobbiamo continuare a crederci, domenica c’è il Gran Premio Loro Piana Città di Roma e non dobbiamo nasconderci”.

Esilarante il momento in cui De Luca ha spiegato come mai al suo ingresso in campo prima della seconda manche è rimasto al passo fino all’ultimo momento: le parole con cui lo speaker Umberto Martuscelli l’ha accolto in campo, ricordando come nelle sue mani stava la responsabilità di interrompere trentadue anni di digiuno, l’avevano messo in uno stato di tensione tale che l‘unica andatura che gli sembrava possibile con il suo Ensor de Litrange era quella del passo…

Quattro cavalieri, quattro ragazzi, quattro persone che si sono abbracciate, rincorse, guardate. Che hanno condiviso un momento storico per il salto ostacoli azzurro. Che si sono regalati e che hanno regalato un pomeriggio che, per chi c’era, resterà a lungo impresso nella memoria.