Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto. Ha un’estrema riserva di mistero e ancora qualche oasi“. Per dirla con le parole di Ennio Flaiano oggi andiamo alla scoperta di un mondo misterioso dove passato e presente diventano una cosa sola.

Roma sotterranea. Il più grande museo sommerso e segreto del mondo.  Il nostro viaggio comincia dal cortile di Palazzo Valentini in via Quattro Novembre (sede della Provincia e fatto costruire dal cardinale Michele Bonelli, nipote dal Papa Pio V, alla fine del Cinquecento). Ma che cosa si nasconde nei sotterranei di questo “coperchio” lussuoso di ricche domus del passato? Per scoprirlo scendiamo per una scala situata a sinistra entrando nel cortile del palazzo: alla fine ci aspettano vestigia sepolte dallo scorrere del tempo che svelano un patrimonio di tesori preziosi.

Camminando al buio, su passerelle sopraelevate e pavimenti in cristallo ( baratri spalancati sulle rovine romane, illuminate da luci provenienti dal basso) la meravigliosa ricostruzione virtuale proiettata sulle pareti coinvolge il visitatore nella vita di chi abitò quelle mura. Qui le strutture murarie sono conservate fino a 2 metri altezza e fanno riferimento a due abitazioni di pregio: la domus dei marmi e la domus dei mosaici. Si tratta di ville (come diremmo oggi) appartenute a personalità di alto rango, presumibilmente senatori (tra il II e il IV ecolo d. C.) e costruite in opera laterizia.

Il primo grande ambiente nel quale si entra ci “racconta” di un complesso termale privato: le testimonianze sono tutte sotto i nostri piedi, protette dal pavimento di cristallo attraverso il quale ammiriamo la forma ellittica della vasca del frigidarium e lo spazio di un portico con intonaco dipinto del quale resta il crollo causato da un incendio. Affacciandosi dalla passerella al di là del muro che delimita un piccolo ambiente dalle pareti in marmo policromo (forse lo studio del padrone di casa), ecco i basoli di una strada o di un cortile  che univa o divideva la due domus. Certo è che la domus dei marmi era un ricco edificio articolato su più livelli, come provano i resti di una scala che portava ad un piano superiore ormai perduto.

La domus dei mosaici deve il suo nome allo straordinario pavimento mosaicato simile ad un tappeto, realizzato con tessere di marmo di vario colore e selce bianca. Un capolavoro di virtuosismo che contralta con il virtuale che ci proietta in portico durante un romantico giorno di pioggia.
Il nostro viaggio alla ricerca del tempo perduto (e ritrovato) si conclude percorrendo il bunker costruito negli Quaranta,  che ci conduce proprio ai piedi della Colonna di Traiano, testimonianza di un passato fastoso ancora tutto da scoprire!