Oggi siamo in vena di ricordi. Quelli dell’infanzia. Quando in autunno si sprigionano i profumi del vigneto: Dalla pigiatura dell’uva si ricava un succo dolcissimo, il mosto che fermentato diventa vino. Non solo vino.  Perchè se il mosto appena ottenuto viene cotto per ore, senza bollitura, rimestando e schiumando con un lungo mestolone di legno, si trasforma in Saba (o Sapa, come la chiamano nel cesenate e riminese). Questo liquido dolcissimo è  pronto quando si sarà ridotto ad un terzo della sua quantità iniziale.

Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: la Saba era in uso presso i Romani, come testimonia il cuoco romano Apicio. Pare  che anche Mosè la considerasse utile per curarsi.  Pellegrino Artusi, in omaggio alla sua terra di origine, volle inserirla nell’opera “La scienza in cucina e l’arte del mangiare bene”: “sciroppo d’uva (che) può servire in cucina a diversi usi poiché ha un gusto speciale che si addice in alcuni piatti“. Il gusto unico della Saba si sposa al sorbetto, alla granita, al gelato. Impreziosisce fagioli, ceci e castagne mentre dolci, ravioli, tortelli e crostate non ne possono fare a meno. Come i formaggi, il pesce, le carni e le verdure. E d’estate trasforma l’acqua in una bevanda speciale: rinfrescante e dissetante. Non solo in cucina. Le pelli più delicate appariranno lisce, nutrite e idratate se spalmate sul viso un composto di acqua tiepida, menta piperita e Saba. Tenete l’impacco per 20 minuti. Il mal di gola vi tormenta? Saba e latte caldo, per i malanni da raffreddamento. Stressate, nervose, insonni ? Saba e camomilla e scivolerete tra le braccia di Morfeo!

Insomma la Saba è un liquido preziosissimo. A questo punto potete prendervi la briga di prepararla in casa oppure acquistare la SABA  dell’Azienda  La Cà dal Nôn di Vignola, a metà strada fra Modena e Bologna, che da cinque generazioni (in dialetto Modenese “La Cà dal Nôn” significa “La casa del nonno”), produce eccellenze italiane con metodi tramandati di padre in figlio.

Un consiglio: provatela sul gelato. Una goduria!

Questa la ricetta: Gelato di cioccolato e banana alle nocciole

1) Ammollate 80 g di mandorle in acqua per una decina di ore. Quindi privatele della pellicina marrone e riducetele in granella

2)Tagliate a tocchetti le banane e poi mettetele a congelare nel freezer per una notte. Levatele dal frigorifero e lasciatele riposare a temperatura ambiente per dieci minuti

3)Riunite nel frullatore la granella di mandorle, mezzo bicchiere d’acqua e lo sciroppo d’agave. Frullate fino a ottenere un composto morbido, a questo punto aggiungete le banane e proseguite ricavando una crema. E’ il momento di incorporare il cacao in polvere e la vaniglia, frullando ancora per qualche secondo.

4)Servite il gelato in una coppa e decorate con le mandorle restanti ridotte in granella e irrorate con la SABA.