«Per me mostrarmi in guêpière e reggicalze è stato rivoluzionario. E liberatorio, perché sono incredibilmente pudica. Solo con il mio fidanzato riesco a essere selvaggia, e meno male!». Ride Sabrina Impacciatore che, in occasione dell’uscita del film “Pane e Burlesque”, si racconta a “Io donna”«Sembro espansiva ed esuberante, in realtà sono riservatissima: è una maschera».

E infatti parla qui, per la prima volta, dell’uomo che le ha cambiato la vita. «Mi è arrivato come un dono dal cielo. Abbiamo tantissime cose in comune, tranne il lavoro. E questo è un bene: lui mi dà equilibrio, relativizza tutto. Gli attori rischiano di essere mangiati dalle ansie, dal narcisismo». E Sabrina di ansie ne sa qualcosa: «Mi sento un’anima che ha sbagliato secolo: costantemente fuori posto, a disagio.

Questo quotidiano mi fa soffrire, e tanto: recitare è un modo di fuggire dalla realtà, rifugiandomi nel regno della fantasia». Come ha fatto per “Pane e burlesque”: «Il burlesque non è lo spogliarello, in cui la donna è oggetto di desiderio, strumento di piacere. Nel burlesque ci si impossessa della propria sessualità attraverso ironia, gioco, scegliendo come, dove, e quando esercitare il potere che ne deriva».