Un mal di testa che non dà tregua, sinusite ricorrente, congestione nasale, la pancia sempre gonfia… Le sostanze presenti negli alimenti possono provocare sintomi che vanno da un semplice raffreddore all’emicrania e allo shock anafilattico. Il “nemico” ha un nome: allergene. Queste sostanze sono minuscole particelle presenti negli alimenti, che l’organismo considera estranee e potenzialmente pericolose e alle quali risponde immettendo nel circolo sanguigno un vero e proprio esercito di anticorpi. Le reazioni allergiche ai cibi, oltre ad essere individuali quanto ad intensità, possono manifestarsi in qualsiasi parte dell’organismo, causando asma, eczema, orticaria e altri problemi. In genere i sintomi compaiono subito dopo che è stato assunto il cibo al quale si è allergici. Quando c’è una reazione di ipersensibilità a determinati alimenti e i test classici per l’allergia non danno risultati positivi, si parla invece di “intolleranza” alimentare. In molti casi le origini dell’intolleranza restano misteriose, a volte invece la causa è chiara. L’intolleranza al lattosio, ad esempio, è dovuta all’incapacità, negli individui che ne sono affetti, di produrre la lattasi, l’enzima che scinde il lattosio nei suoi componenti; l’intolleranza al glutine invece è causata da un malassorbimento delle sostanza nutritive da parte della mucosa dell’intestino tenue. La reazione innescata da un’intolleranza alimentare assomiglia ad un avvelenamento lento. L’organismo reagisce anche a distanza di ore o giorni dall’asssunzione della sostanza “colpevole”, e solo se l’introduzione del cibo prosegue fino a superare le sue possibilità di controllo. I sintomi dell’intolleranza possono essere svariati: emicrania, sinusite, stanchezza, dermatite. Il numero di persone che soffrono di intolleranze e allergie è in continuo aumento. Circa 1 bambino su 3, prima degli 11 anni, soffre d’asma, eczema o rinite allergica. Il 10% degli adulti presenta eczemi ed emicranie scatenate da reazioni a determinati alimenti. Per quanto riguarda le stime ufficiali relative alle sole allergie, ad esserne colpiti sono circa 3 italiani su 100. L’allergia può essere individuata attraverso test cutanei o escludendo gli alimenti sospetti dalla propria alimentazione. Oggi esistono nuovi test come Dria, Vega, Cytotest e Food Intollerance che consentono di identificare la sostanza responsabile. Gli alimenti che danno più problemi di allergia o intolleranza nella popolazione italiana sono, elencati in ordine decrescente di incidenza: latte e derivati, glutine, tuorlo d’uovo, pesce affumicato (aringhe, salmone, sgombro) e pesce fresco (merluzzo e sogliola), frutti di mare (crostacei e molluschi), frutta secca (arachidi, noci, noccioline), soia, additivi (alimenti confezionati e bevande industriali che contengono tartrazina, un colorante, e acido benzoico, conservante). In occidente l’intolleranza alimentare più comune è quella al latte vaccino. Ma è stato riscontrato che quasi tutte le persone che si sottopongono a un test per l’intolleranza alimentare scoprono di avere uno o più nemici a tavola. Correre ai ripari è possibile, soprattutto con le intolleranze che, ad esclusione di quella al glutine che causa la celiachia, sono temporanee. L’importante è prediligere una dieta varia e, qualora ci fossero problemi di intolleranza, dopo un periodo di esclusione degli alimenti “incriminati”, provare a reintrodurre gradualmente nella dieta il cibo al quale il nostro organismo aveva dichiarato guerra.