Un gruppo di ricercatori coordinati dall’esperta in qualità dell’aria Lidia Morawska, docente dell’Università di tecnologia del Queensland (Australia), ha scoperto che questi dispositivi elettronici così diffusi vicino alle postazioni di lavoro emettiono microscopiche particelle potenzialmente pericolose quanto il fumo di sigarette.
Nell’ambito di un progetto che aveva l’obiettivo di valutare l’efficienza dei sistemi di ventilazione negli uffici, i test hanno rivelato che le stampanti laser emettono nuvole di particelle finissime e invisibili, che possono raggiungere il fondo dei polmoni e spesso contengono sostanze chimiche tossiche, potenzialmente cancerogene. Le emissioni registrate erano cinque volte superiori a quelle misurate in una strada trafficata. Gli studiosi debbono ancora esaminare in dettaglio la composizione chimica delle particelle, ma hanno accertato che su circa 40 modelli di stampanti analizzate, 13 emettono alti livelli di particelle dalla cartuccia toner. Il toner non è un materiale omogeneo, ma una polvere finissima contenente particelle di carbone, ferro e resina.
“Mentre le particelle più grandi restano intrappolate nei peli del naso e arrivano solo in parte nel sistema respiratorio, quelle microscopiche come la polvere del toner possono raggiungere le aree più profonde del polmone e causare problemi respiratori e cardiovascolari, ha avvertito Morawska.