Prenderà il via il 6 gennaio, con la tradizionale prima uscita di Pifferi e Tamburi, l’edizione 2019 dello Storico Carnevale di Ivrea, un evento unico in cui storia e leggenda si intrecciano per dare vita a una serie di eventi, celebrazioni e rappresentazioni dal forte valore simbolico: una grande Festa Civica popolare durante la quale la comunità di Ivrea celebra la propria capacità di autodeterminazione ricordando un episodio di affrancamento dalla tirannide che si fa risalire al Medioevo. Organizza il tuo soggiorno in zona, visitando il sito di scambio casa GUEST TO GUEST.

Conosciuto ai più per la spettacolare battaglia delle arance che si svolge ogni anno per tre giorni nelle principali piazze della città, questo carnevale è in realtà un evento che si caratterizza per il complesso cerimoniale, culminante nel Corteo Storico, denso di evocazioni storico-leggendarie che attinge a diverse epoche storiche: dalle sommosse popolari medievali all’epoca napoleonica, dal Settecento fino ai moti del Risorgimento. Ed è proprio nel periodo risorgimentale che nasce il personaggio della Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa che, accompagnata dal Generale di origine napoleonica, è la protagonista femminile del carnevale più antico d’Italia.

Lo spirito dello Storico Carnevale vive, infatti, nella rievocazione di un episodio di liberazione dalla tirannide: un barone (storicamente riconosciuto nel Marchese di Monferrato) che affamava la Città venne scacciato grazie alla ribellione di Violetta, la figlia di un mugnaio che non volle sottostare allo ius primae noctis e che, uccidendolo, accese la rivolta popolare.

La celeberrima Battaglia delle Arance rievoca proprio questa rivolta: il popolo è rappresentato da squadre di aranceri a piedi che combattono – sprovvisti di qualsiasi protezione – contro i soldati del tiranno posti su carri trainati da cavalli che indossano protezioni e maschere che ricordano le antiche armature. Tirare le arance ha dunque una valenza simbolica ma è pura goliardia: una stretta di mano, dopo un “testa a testa”, sancisce la pace. Una speciale commissione osserva, nei tre giorni di suo svolgimento, l’andamento della battaglia e assegna un premio alle squadre – sia a piedi sia ai carri da getto – che, per ardore, tecnica e lealtà, si sono maggiormente distinte.

In segno di partecipazione alla festa, tutti i cittadini e i visitatori a partire dal Giovedì Grasso, su ordinanza del Generale, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese. www.storicocarnevaleivrea.it