Le virtù di questo bulbo di origine asiatica, appartenente alla famiglia delle Liliacee, sono numerose e conosciute dai nostri antenati(sono state recuperate tracce in grotte abitate 10000 anni fa e pare che presso gli egizi, 7 kg di aglio fossero il prezzo per comprare uno schiavo). Mangiato con regolarità, l’aglio rende il sangue più fluido, contrasta la formazione dei coaguli, riduca in maniera blanda una pressione un po’ troppo alta. Studi recenti hanno dimostrato che l’aglio rende più elastiche le arterie e inibisce la produzione di colesterolo da parte del fegato. Non da sottovalutare è anche l’effetto antibatterico che uno spicchio d’aglio esercita nelle conserve casalinghe. Non solo. Esplica un prezioso effetto anti-ossidante e contribuisce alla neutralizzazione dei radicali liberi. Insomma il nostro bulbo possiede impatti positivi in chiava di prevenzione , che non vanno sopravvalutati. Inseriamolo nella nostra alimentazione, ma non vale la pena farsi ossessionare e mangiarlo tutti i giorni in dosi massicce(10 g al giorno). Pensare che un solo alimento possa regalarci la salute è fuorviante e poi a quei livelli di consumo si rischia…..l’allontanamento dalla società: sani ma soli! Rimedi assoluti, capaci di cancellare dall’alito il segno dell’aglio mangiato, non esistono. Giusto dei palliativi che diminuiscono la pesantezza dell’alito. Come unire un trito di prezzemolo, le cui foglie, assorbono gli odori; oppure bere un bicchiere di latte aromatizzato con foglie di salvia. Si può sostituire l’aglio fresco con integratori sotto forma di compresse ma pare che diminuisca l’effetto anti-trombo e l’azione anti-ossidante. E ora alcuni versi di Aldo Fabrizi attore e gourmet. Se la cipolla è la regina / l’ajo è un re…../ Si pe’ li baci rippresenta un guaio,/pe’ li bacilli è un acido muriatico,/in più è depurativo, antireumatico,/e chi non l’usa spesso, fa ‘no sbajo.