Sarà un caleidoscopio di proposte, quello che attende gli appassionati d’arte alla ripresa dopo le vacanze estive.

Si parte da New York. La Grande Mela rende omaggio al Neorealismo italiano con una serie di appuntamenti che coinvolgono alcuni dei luoghi più prestigiosi della metropoli statunitense.

Dal 6 settembre all’8 dicembre 2018, la Grey Art Gallery, museo delle belle arti della New York University, con grandi spazi espositivi in Washington Square, ospita la mostra NeoRealismo: The New Image in Italy, 1932-1960.

Attraverso 180 scatti di 60 artisti italiani, la rassegna analizza, per la prima volta in maniera approfondita, il ruolo cruciale della fotografia nel Neorealismo italiano, solitamente associato a rappresentazioni cinematografiche e letterarie, analizzando il percorso del medium fotografico dal realismo in epoca fascista fino ad arrivare alle soglie del boom economico, che cambierà completamente lo scenario culturale.

L’esposizione, curata da Enrica Viganò e organizzata da ADMIRA di Milano, si arricchisce di pubblicazioni originali di rotocalchi, libri fotografici, cataloghi, poster, oltre che di spezzoni tratti da film diretti da Vittorio De Sica, Roberto Rossellini e Luchino Visconti, solo per citare alcuni tra i tanti registi presentati in mostra.

Il Department of Italian Studies della New York University ha messo a punto un programma di eventi collaterali che ha il suo fulcro alla Casa Italiana Zerilli – Marimò, dove verranno proiettati integralmente film del neorealismo, introdotti da poster e foto di scena originali, ma verranno organizzate anche tavole rotonde con eminenti docenti americani specializzati in cultura italiana.

Il MET – The Metropolitan Museum of Art proporrà – dal 18 settembre 2018 a 15 gennaio 2019 nello spazio Johnson Galleries al secondo piano del museo -una selezione delle opere dei fotografi del dopoguerra italiano, recentemente acquisite per la collezione permanente

A chiudere il cerchio, molti degli stessi autori saranno in mostra alla Galleria Howard Greenberg, dal 13 settembre al 10 novembre, in una collettiva intitolata The New Beginning for Italian Photography, 1945-1965.

Dal 6 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, la Casa dei Tre Oci di Venezia celebra il grande fotografo francese Willy Ronis (1910-2009), con la più completa retrospettiva mai tenuta in Italia.

L’esposizione, curata da Matthieu Rivallin, coprodotta dal Jeu de Paume di Parigi e dalla Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, Ministry of culture – France, con la partecipazione della Fondazione di Venezia, organizzata da Civita Tre Venezie, presenta 120 immagini vintage, tra cui una decina inedite dedicate a Venezia, in grado di ripercorre l’intera carriera di uno dei maggiori interpreti della fotografia del Novecento e protagonista della corrente umanista francese, insieme a maestri quali Brassaï, Gilles Caron, Henri Cartier-Bresson, Raymond Depardon, Robert Doisneau, Izis, André Kertész, Jacques-Henri Lartigue e Marc Riboud.

Il tema del fato e del destino, così com’è stato declinato dall’antichità ai nostri giorni, da autori quali Domenico Fetti, Gustav Klimt, Adolfo Wildt, Angelo Morbelli, Mattia Moreni e molti altri, sarà analizzato dalla mostra in programma dall’8 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, a Palazzo Ducale di Mantova.

L’esposizione dal titolo FATO E DESTINO. Tra mito e contemporaneità, allestita nell’Appartamento della Rustica, ideato da Giulio Romano per il duca Federico II Gonzaga, è curata da Renata Casarin, vicedirettore Complesso Museale Palazzo Ducale Mantova, e Lucia Molino, in collaborazione con Michela Zurla, promossa dal Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova, da Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Comunità Mantovana, col patrocinio del Comune di Mantova, partner Gallerie d’Italia.

La rassegna, che si tiene in concomitanza con la XXII edizione del Festival Letteratura Mantova, presenta 70 opere, tra dipinti, sculture, grafiche e mosaici, provenienti dalla Fondazione Cariplo, da altre istituzioni pubbliche come il MAR di Ravenna e da collezioni private.

Dal 13 settembre 2018 al 10 marzo 2019, alle Sale delle Arti della Reggia di Venaria (Torino) si tiene la mostra Ercole e il suo mito.

La rassegna, curata da un comitato scientifico presieduto da Friedrich-Wilhelm von Hase e composto da Gabriele Barucca, Angelo Bozzolini, Paolo Jorio, Darko Pandakovic, Laura Pasquini, Gerhard Schmidt, Rüdiger Splitter, Claudio Strinati, Paola Venturelli, è organizzata da Swiss Lab for Culture Projects e Consorzio Residenze Reali Sabaude, in collaborazione, fra gli altri, con l’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea (CH), il Museumslandschaft di Hessen-Kassel (D), il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Filangieri di Napoli.

L’esposizione illustra il mito dell’eroe greco e dei temi a esso legati, con un’ampia selezione di oltre 70 opere, tra ritrovamenti archeologici, gioielli, opere d’arte applicata, dipinti e sculture, manifesti, filmati e molto altro, provenienti da istituzioni pubbliche e da collezioni private, capaci di coprire un arco cronologico che, dall’antichità classica giunge fino al XX secolo.

L’iniziativa acquista un particolare significato alla luce dei lavori di restauro in corso della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, un tempo dominata dalla Statua dell’Ercole Colosso, e da cui inizia idealmente la visita.

L’avventura scientifica e umana di Berengario da Carpi, pseudonimo di Jacopo Barigazzi (Carpi, 1460 circa – Ferrara, 1530), uno dei protagonisti assoluti della medicina del Rinascimento sarà analizzata dal 14 settembre al 16 dicembre 2018, a Palazzo dei Pio di Carpi (MO).

L’esposizione, curata da Manuela Rossi e Tania Previdi, ideata e prodotta dal Comune di Carpi – Musei di Palazzo dei Pio, con il patrocinio di Alma Mater Studiorum-Università degli studi di Bologna, dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, in collaborazione con l’Università di Padova, il MUSME (Museo della Medicina) di Padova, il Museo civico Archeologico di Bologna, col contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e di IGEA Carpi, presenta dipinti, incisioni, disegni, libri antichi e manoscritti, capaci di documentare l’avventura di un genio del Rinascimento italiano, conteso dalle più importanti corti dell’epoca, al punto di diventare chirurgo di tre papi e di curare, su invito di papa Clemente VII, Giovanni dalle Bande Nere ferito in battaglia a una gamba o Lorenzo de’ Medici colpito alla testa da una pallottola di archibugio.

Dal 19 settembre al 19 ottobre 2018, ecco il secondo appuntamento con il nuovo ciclo delle Project Room della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, che mette a disposizione di giovani curatori e artisti il proprio spazio e le proprie competenze, per raccontare al pubblico le ultime tendenze della scultura contemporanea.

Dopo la personale di Donato Piccolo, il secondo atto della Stanza di Proust vede protagonista Roberto Pugliese (Napoli, 1982) che ha immaginato Concerto per Architettura, una composizione audio realizzata ad hoc per gli spazi della Project Room, le cui piante architettoniche sono servite per rielaborare alcuni valori numerici in seguito assegnati a una serie di algoritmi genetici e funzioni complesse.

Questi processi, grazie a una relazione acustico matematica, sono serviti a generare materiale sonoro che è stato successivamente rielaborato da Pugliese.

Il risultato è una scultura sonora che si diffonde negli spazi della Fondazione sfruttando al meglio le risonanze architettoniche in modo da restituire allo spazio la sua stessa “voce”.

A una delle più belle realtà dell’arte contemporanea italiana, Isobel Blank, Gilda Contemporary Art di Milano dedica, dal 21 settembre al 31 ottobre 2018, una personale dal titolo BE PARTIAL. grow incomplete, curata da Cristina Gilda Artese e Alessadro Trabucco.
L’esposizione presenta una grande video-installazione, sei stampe fotografiche, dodici disegni e tre sculture realizzate con la tecnica della lana infeltrita, che trascinerà il visitatore in un coinvolgimento multisensoriale.

Dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, la Galleria Estense di Modena ospita la mostra MERAVIGLIOSE AVVENTURE. Racconti di viaggiatori del passato.

L’esposizione, curata da Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi e Annalisa Battini, presenta un’ampia selezione di testi illustrati, appartenenti al ricco patrimonio librario della Biblioteca Estense Universitaria, oltre a quadri, sculture, arti decorative e materiale etnografico, provenienti da istituzioni quali il Museo antropologico universitario di Firenze e i Musei civici di Modena, in grado di ripercorrere come l’esperienza del viaggio sia stata vissuta da esploratori, mercanti, pellegrini, tra il 1400 e il 1800.

Lontane dalle moderne guide turistiche, le relazioni annuali dei missionari e i libri pubblicati da mercanti, religiosi, ambasciatori studiosi e curiosi al ritorno dai loro viaggi, rappresentarono testimonianze di valore ineguagliabile per la conoscenza di popoli e mondi ancora poco noti in Occidente.

La rassegna riscoprirà inoltre alcune figure di viaggiatori del passato, quali Jean de Mandeville, Giovan Battista Ramusio, Matteo Ricci, Athanasius Kircher e Carsten Niebhur, Francesco Gemelli Careri, Sybilla Merian e molti altri che con i loro racconti e i loro studi aiutarono i governi europei a intrattenere un rapporto più confidenziale con il resto del mondo. Materiale audiovisivo completerà la narrazione delle meravigliose avventure esposte.

La Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, uno dei più importanti musei d’Italia – fondato il 17 gennaio 1918 – che vanta una straordinaria collezione di capolavori di artisti come Duccio, Beato Angelico, Piero della Francesca, Pintoricchio, Perugino e Pietro da Cortona, completa il suo programma di celebrazioni per i suoi primi cento anni di vita, con una mostra, in programma dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 che porta alla luce il suo enorme patrimonio, che raramente esce dai suoi depositi per ragioni conservative o di spazio.

Dopo la rassegna ‘Tutta l’Umbria una mostra’. La mostra del 1907 e l’arte umbra tra Medioevo e Rinascimento che proponeva 130 opere in grado di documentare la sorprendente ricchezza dell’arte che fiorì in Umbria tra Medioevo e Rinascimento, ecco L’ALTRA GALLERIA, un’esposizione che offre al visitatore una raffinata selezione di tavole saltuariamente presentate al pubblico, e in alcuni casi addirittura esposte per la prima volta, di autori appartenenti all’epoca d’oro della scuola umbra, tra il Duecento e la metà del Cinquecento, quali il Maestro dei dossali di Subiaco, Meo da Siena, Allegretto Nuzi, Rossello di Jacopo Franchi, Giovanni Boccati, Benedetto Bonfigli, Benvenuto di Giovanni, Bartolomeo Caporali, Pietro Vannucci detto il Perugino, Eusebio da San Giorgio, Berto di Giovanni, Domenico Alfani, Dono Doni.

La scelta delle opere, effettuata a seconda del loro grado di conservazione e d’importanza, è stata realizzata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, coadiuvato da una équipe di studiosi quali Michela Becchis, Andrea De Marchi, Alessandro Delpriori, Elizabeth Dester, Gabriele Fattorini, Giulia Mancini, Fabio Marcelli, Matteo Mazzalupi, Veruska Picchiarelli, Marzia Sagini, Daniele Simonelli, Maria Rita Silvestrelli, Federica Zalabra, Emanuele Zappasodi.

La mostra riveste un grande rilievo storico-critico: le tavole sono state dapprima oggetto di indagini diagnostiche e interventi conservativi, quindi affidate agli specialisti affinché le studiassero in maniera approfondita. Quello che ne risulta sarà una mostra che amplierà il percorso museale della Galleria, e presenterà nuove scoperte e nuove attribuzioni.

Achille Funi (Ferrara, 1890 – Appiano Gentile, CO, 1972) è il protagonista della personale in programma dal 28 settembre al 24 novembre 2018 a CMC – Centro Culturale di Milano.

La rassegna, curata da Nicoletta Colombo e Serena Redaelli, in collaborazione con l’Archivio Funi, con il patrocinio della Regione Lombardia e del Comune di Milano, presenta trenta opere, tra cui alcune inedite, dell’artista ferrarese, articolate a partire dagli esordi futuristi, fino alla moderna classicità di “Novecento”, movimento di cui è stato tra i fondatori con Mario Sironi.

Accanto sarà proposta una selezione di lavori dei sei compagni del gruppo originario del “Novecento” milanese, da Mario Sironi a Anselmo Bucci, Piero Marussig, Leonardo Dudreville, Ubaldo Oppi, Gian Emilio Malerba, accostati a quelli di Carlo Carrà, Arturo Tosi, Alberto Salietti, Pompeo Borra, Raffaele de Grada, amici e sodali di Funi nell’avventura novecentista.

Il mese di settembre si chiude idealmente con la mostra Architetture recenti in Alto Adige 2012 – 2018, in programma dal 29 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, a Merano Arte.
La rassegna, curata da una giuria composta da Roman Hollenstein, critico di architettura ed ex redattore della Neue Zuercher Zeitung, Marco Mulazzani, storico dell’architettura all’università di Ferrara e redattore di Casabella, e l’architetto viennese Marta Schreieck dello studio Henke Schreieck Architetti, presenta 38 progetti che documentano l’orizzonte architettonico, che si è sviluppato in Alto Adige, negli ultimi sei anni.

I tre curatori hanno dapprima selezionato 80 edifici, tra oltre 240 progetti, ritenuti particolarmente importanti; quindi, dopo una visita in loco alle strutture, sono stati scelti i 38 che saranno esposti, cui si aggiungeranno altri 26 che verranno pubblicati nel catalogo.

Quello che ne risulta è un viaggio nell’Alto Adige, dalla Val Venosta a ovest, alla Val Pusteria a est – in cui le pietre miliari sono rappresentati da quegli edifici che hanno affascinato la commissione per sensibilità, delicatezza, eccezionalità o per la particolare contemporaneità.