Agli appassionati di crimini irrisolti sarà già venuta la pelle d’oca. Ian Findlay, ricercatore dell’Università Griffith del Queensland, in Australia, ha rivelato all’agenzia australiana Aap di poter applicare un metodo di sua elaborazione, denominato “Identità da tracce cellulari”, per ricostruire il Dna del più famoso assassino seriale della storia: Jack lo squartatore. Come? Basandosi sulle tracce di saliva lasciate sui francobolli e sulle buste utilizzate dall’assassino per schernire Scotland Yard. La tecnica elaborata dal professor Findlay è il frutto di ricerche partite nel 1994 anno in cui si decise di fornire la polizia di nuovi strumenti per la risoluzione di alcuni casi poveri di indizi. Attraverso la tecnica si è in grado di ricostruire il Dna di una persona a partire da una singola cellula. La novità risiede nella possibilità di applicare il metodo a materiale organico “datato”, fino a un massimo di 160 anni. Per ottenere il risultato cercato bisogna attendere circa una settimana. Il metodo è già stato utilizzato dalla polizia australiana in una serie di casi rimasti precedentemente irrisolti. Gli archivi della polizia inglese contengono centinaia di lettere firmate dal celebre assassino con l’altrettanto famoso pseudonimo, tutte con relative buste e francobolli da cui si potrebbe reperire la saliva del mittente. Il problema sta proprio nell’autenticità di tali lettere (circa 600), per lo più ritenute opera di mitomani. Le uniche tre lettere considerata autentiche in maniera altamente probabile sparirono quasi subito, probabilmente trafugate proprio da poliziotti per fini di collezionismo (ne esistono solo fotografie d’epoca). Findlay ha fatto appello ai collezionisti, oltre che ovviamente alla polizia inglese, per reperire materiale da esaminare. Anche qualora però si giungesse a ricostruire il Dna dell’assassino, dargli un volto non sarebbe cosa semplice. Findlay ha dichiarato che occorrerebbe la collaborazione dei discendenti dei personaggi sospettati in maniera più verosimile di essere Jack lo squartatore, che dovrebbero fornire il proprio Dna per compararlo a quello del presunto criminale. E poter avere così elementi per un confronto. Anche per questo il caso sembra ben lontano dall’essere risolto.