Sarà di scena fino al 12 marzo in Fiera di Roma il Motodays. Da sempre il Salone capitolino declina la moto in tutte le sue interpretazioni: dalle novità di prodotto alle special customizzate da autentici artisti della personalizzazione, fino alle moto d’epoca, alle quali è riservata un’attenzione particolare.

Il “tema” di quest’anno è quello degli Anni Settanta e della “Maxi Rivoluzione” – questo il titolo dell’esposizione – che avvenne in quel periodo. E’ allora che iniziano ad apparire le moto “moderne”, con i freno a disco e l’avviamento elettrico. La moto che ha fatto da spartiacque è la Honda 750, che ha esordito alla fine del ’69 e che è stata anche la capostipite di una lunga dinastia di moto giapponesi sempre più tecnologiche: dalla Suzuki 750 3 cilindri alla Kawasaki 500 prima e 750 dopo, fino alla Titan 500 e poi 750 a 3 cilindri.

L’arrivo di queste moto, di cui diversi esemplari saranno in esposizione, fece invecchiare di colpo le moto inglesi, che a Motodays saranno presenti attraverso alcuni esemplari BSA, Triumph e Norton, che rappresentano il canto del cigno dell’industria inglese, rinata poi molti anni dopo, con nuove idee. A fronte del massiccio attacco giapponese l’industria tedesca ha opposto la resistenza della BMW, con il suo Boxer, della cui evoluzione godiamo ancora oggi, e da parte dell’industria italiana con le diverse fabbriche che hanno espresso il massimo della loro tecnologia.

La Laverda 750 e 1000 tre cilindri, la Benelli con il bicilindrico Tornado e con il 6 cilindri 750 e poi 900 e poi Moto Guzzi, con la famiglia dei V7 ne costituiscono validi esempi. Ducati, da parte sua, lancia il bicilindrico 750, derivata dalla 500 che ottenne un grande risultato con Bruno Spaggiari, alla 200 di Imola del 1972. Questo motore desmodromico viene sviluppato sempre negli anni Settanta nella versione anche 900 di cui ci sarà un esemplare della Darmah. Il mercato italiano dell’epoca godeva di alcune facilitazioni sull’IVA delle moto di media cilindrata, ciò permise la crescita di alcuni modelli da parte delle Case italiane di cui alcuni esemplari come il Morini 350, l’MV 350 e l’Aermacchi 350 sono un ottimo esempio.