Prima della trama il titolo: “Volver” che in italiano significa “Tornare”. Siamo a Madrid. Raimunda (Penélope Cruz) è una gran lavoratrice, con una figlia adolescente ed un marito disoccupato e alcolizzato. Sua sorella Sole (Lola Duenas), separata dal marito, lavora come parrucchiera abusiva. Le due donne, molto unite, hanno perso sia il padre che la madre, Irene (Carmen Maura), a causa di un incendio provocato dal solano, il vento che devasta La Mancha, il loro paese d’origine. Qui vive la sorella di Irene, l’anziana zia Paula. Sarà proprio la sua morte a dare il via ad avvenimenti strani che cambieranno la vita delle nostre protagoniste. “Volver è un titolo che comprende diversi miei ritorni. Sono tornato, ancora un poco, alla commedia. Sono tornato all’universo femminile, a La Mancha”. Queste le parole di Almodóvar quando parla del suo ultimo lavoro. Girando questo film il regista è riuscito ad elaborare un lutto indolare, colmando così un vuoto che è riuscito a congedare forse la sua giovinezza. Il tema della morte non capita e non accettata è molto forte, ma bisogna abituarsi all’idea che esiste. Come Sartre prima di lui, anche Almodóvar crede che “l’aldilà e nell’aldiquà. L’inferno, il paradiso o il purgatorio siamo noi, sono dentro di noi.” Indiscussa protagonista la bellissima Penélope Cruz. Nel ruolo di una popolana, l’affascinante attrice, è riuscita a rendere la vulnerabilità di Raimunda ispirandosi a Sophia Loren all’epoca dei suoi esordi come pescivendola napoletana. Quello di Carmen Maura è il vero ritorno. Dopo diciassette anni rinasce il tanto sperato sodalizio con Almodóvar.