Chi fa scambio casa lo sa: ti fidi di sconosciuti per dormire tra le loro lenzuola, innaffiare le loro piante e intuire la loro personalità dai magneti sul frigo.
Tutto bello, tutto normale.
Fino a quando non arrivi, entri, posi la valigia e… la vedi.
Una porta chiusa a chiave.
Non è il bagno.
Non è un ripostiglio.
È una porta vera, con maniglia vintage e serratura decisa.
Una che dice: “tu no.”
✨ L’inizio perfetto
La casa era tutto quello che avevamo sperato: luminosa, curata, con sedie scomode ma belle.
Un terrazzo con vista. Una moka già pronta. Un libro lasciato sul comodino “casualmente” poetico.
Poi, in fondo al corridoio, quella porta chiusa.
“Ci sarà la caldaia”, dice lui.
“Sarà lo sgabuzzino”, dico io, mentre il mio cervello elabora 17 possibili scenari da podcast true crime.
🚪 La presenza muta della porta
Passano i giorni e la porta resta lì.
Ogni volta che ci passiamo davanti, il pensiero si accende:
“E se…”
E se dentro ci fosse un archivio segreto? Una collezione di parrucche? Un parente dimenticato?
Abbiamo scelto di ignorarla.
Ma la porta sa che la stiamo guardando.
Ogni sera, quando il resto della casa dorme, lei scricchiola leggermente. Solo per far sapere che c’è.
🔍 I tentativi (non troppo dichiarati)
- “Hai notato questa fessura sotto?”
- “Senti anche tu questo odore di… liquirizia e legno umido?”
- “Secondo te la chiave potrebbe essere nel vaso lì sopra?”
Nessuno ha mai provato ad aprirla. Ufficialmente.
Ma una notte l’ho sognata socchiusa. E dentro c’era un pupazzo gigante con un biglietto attaccato: “Bentornati.”
💡 Cosa abbiamo imparato
- Che le porte chiuse in casa altrui vanno rispettate… ma possono rovinarti l’intera permanenza.
- Che l’immaginazione è molto peggio di qualunque sgabuzzino reale.
- Che a volte il mistero rende tutto più interessante. Anche una vacanza banale in un appartamento con 6 tipi diversi di sale grosso.
In fondo, lo scambio casa è un atto di fiducia. Ma la stanza chiusa è un invito a ricordarti che ogni casa ha i suoi segreti. E va bene così.
