A più di trent’anni dall’uscita in sala del capolavoro di Stanley Kubrick, il regista Rodney Ascher ha dedicato al tema ROOM 237: un documentario, presentato con successo al Festival di Cannes e dal 20 novembre in Italia distribuito da Feltrinelli Real Cinema (nella consueta formula dvd+libro, euro 17,90), che indaga sulle infinite interpretazioni fornite da quanti credono di aver decodificato i simboli nascosti e i messaggi sepolti nel film. Nato dalle conversazioni di Ascher con il produttore Tim Kirk, il film dà voce al flusso di cosienza di fan e studiosi che da trent’anni vivono “intrappolati” nell’Overlook Hotel.

Room 237 è un viaggio dentro un film, Shining, e dentro tutto ciò che è possibile vedervi ancora oggi di nuovo, dopo trentatré anni; la scoperta di un tesoro che fotogramma dopo fotogramma, figura dopo figura, diventa qualcosa di diverso da quello che è, pur rimanendo sempre lo stesso film. La paura arcana del soprannaturale e il fascino perverso di scoprire i fili che lo muovono dietro le quinte di un set cinematografico. Perché nessun sogno, al risveglio, è solamente un sogno.

“Il regista deve controllare tutto,” diceva sempre Stanley Kubrick, l’uomo che forse più di tutti con il suo cinema è riuscito a marchiare l’immaginario collettivo del pubblico e a conquistarne la parte più inquieta e profonda, l’inconscio.