Il suo esordio sul grande schermo risale al 1940, in piena golden age hollywoodiana: il film era Non desiderare la donna d’altri e al suo fianco recitavano Carole Lombard e Charles Naughton. Ma l’allora sconosciuto Karl Malden, nato a Chicago da padre serbo e madre ceca, ex operaio emigrato a New York per calcare il palcoscenico, non sapeva di essere destinato a glorie ben più grandi. La sua incursione nel mondo del raffinato teatro newyorkese gli procura una conoscenza preziosa: Elia Kazan, all’epoca regista semiesordiente, con cui nasce un immediato sodalizio. È proprio Kazan, che nel 1950 adatta per la celluloide l’opera di Tennessee Williams Un tram chiamato desiderio, a consegnare Malden all’Olimpo del cinema. Per il suo ruolo da comprimario accanto al già leggendario Marlon Brando, Malden conquista l’Oscar come attore non protagonista. Il trio vincente si ripropone in un altro capolavoro, Fronte del porto, che frutta a Malden una candidatura agli Academy Awards, per il ruolo di Padre Barry. Con Brando c’è ormai un’intesa consolidata, al punto che la star vuole Malden come protagonista del suo primo film da regista, I due volti della vendetta, del 1961. Dopo la partecipazione a vari titoli di rilievo, da Io confesso di Hitchcock a L’uomo di Alcatraz con Burt Lancaster, a partire dagli anni ’70 inizia l’eclissi di Malden. Uniche deroghe al suo lento ritiro dalle scene, il ruolo da primo attore ne Il gatto a nove code di un giovanissimo Dario Argento e l’accoppiata televisiva con Michael Douglas nella serie poliziesca Le strade di San Francisco, che dal ’72 al ’77 fu una delle più seguite del piccolo schermo.