I ricercatori del Sistema Sanitario di Minneapolis, sono convinti nell’affermare che la vitamina E potrebbe rallentare la progressione della malattia di Alzheimer lieve-moderata – essendo la prima volta che un trattamento ha dimostrato di alterare il corso della demenza in quella fase.
Uno studio sponsorizzato dal Dipartimento degli Affari dei Veterani degli Stati Uniti pubblicato dal Journal of American Medical Association, condotto su più di 600 veterani anziani, è arrivato a concludere che il beneficio era equivalente a mantenere una abilità principale che altrimenti sarebbe  andata perduta, come la possibilità di fare il bagno senza aiuto. Per alcune persone, potrebbe significare vivere in modo indipendente piuttosto che necessitare il ricovero in una casa di cura.
La vitamina E non ha mantenuto le abilità del pensiero, però, e non andrebbe bene per i pazienti che hanno assunto altri farmaci per la cura dell’Alzheimer. Ma quelli che assumevano la vitamina E hanno richiesto meno aiuti “Non è un miracolo o, ovviamente, una cura,” ha detto il capo dello studio il dottor Maurice Dysken ed ha continuato sottolineando che “Il meglio che possiamo fare a questo punto è rallentare la velocità di progressione”.
Eppure, molti esperti hanno applaudito ai nuovi risultati dopo tanti recenti flop di farmaci che si ritenevano promettenti. “Questo è veramente un passo avanti e ci porta verso ciò che abbiamo lavorato per quasi tre decenni: il primo vero intervento che modifica la progressione dell’Alzheimer”, ha detto il dottor Sam Gandy della Mount Sinai School of Medicine di New York che si è dichiarato molto entusiasta dei risultati dei test in questione.
Un buon apporto di vitamina E può dunque essere benefico contro la malattia di Alzheimer, e la dieta è sempre il metodo migliore per assumere le vitamine. Tra i cibi che più contengono la vitamina E ricordiamo l’olio di germe di grano e altri oli di semi come quelli di girasole, mais, nocciola, mandorle…