Un omaggio agli anni della ripresa economica, quegli anni ‘50 dell’Italia votata allo spirito di iniziativa, alla produttività: quando l’eleganza era gesto quotidiano e la sartorialità trovava massima espressione nell’abbigliamento di tutti i giorni. Grande la ricerca nelle forme e nei materiali, all’insegna di una tradizione italiana che  sublima ingegno e abilità sartoriale. Le giacche, icone dello stile maschile, si accorciano per creare inaspettate sovrapposizioni e si fanno morbide sul corpo per volumi più comodi. I caban ne seguono lo stile e si sovrappongono in un gioco continuo di livelli, fusi in una nuova armonia di prospettive.  Anche i pantaloni si rinnovano con proporzioni insolite, il fit abbandona le linee rigide e strutturate per dare spazio alle lunghezze, estremamente corte o volutamente libere. Simbolo di questa eleganza in evoluzione è la giacca monopetto, che Daniele Alessandrini libera dagli schemi dell’abbigliamento formale rendendola un capo eterno, perché nato da una visione di stile in continuo movimento. Le lane si mescolano degradando nelle sfumature del grigio, da quello intenso delle industrie operose a quello chiaro del cemento. Lo spessore materico dei tweed incontra la leggerezza delle camicie in cotone in una sintesi estetica che racchiude la forza e la semplicità della natura maschile. Volumi nuovi, proporzioni inattese e ricerca estrema: ecco la geometria dell’uomo Daniele Alessandrini, un uomo a più dimensioni, che celebra la tradizione di ieri e si proietta nel futuro, preso in un’evoluzione costante che è già domani.