Dalla Russia all’occidente, tra Neoclassicismo e Modernismo con l’Orchestra Sinfonica di Roma, , domenica 27 e lunedì 28 aprile entrambi gli appuntamenti alle ore 20:30, Auditorium Conciliazione.

In programma la Sinfonia n. 1 (Classica) e il Concerto n. 2 per violino di Prokofiev e Danses Concertantes di Stravinskij.Dirige il Maestro Nicola Guerini. Julia Igonina, violino.

“Trascorsi l’estate del 1917 nella più completa solitudine vicino a Pietroburgo; leggevo Kant e lavoravo molto. Il pianoforte l’avevo lasciato di proposito in città. Avevo l’intenzione di comporre un’opera sinfonica senza l’aiuto del pianoforte.

In una tale opera i timbri orchestrali avrebbero dovuto essere più puri. Nacque così l’idea di una Sinfonia nello stile di Haydn, poichè la tecnica di Haydn mi era divenuta più familiare in seguito agli studi compiuti nella classe di Cerepnin… Credo che se Haydn fosse vissuto fino a oggi avrebbe mantenuto la sua scrittura arricchendola però di alcune novità, volevo dunque comporre una Sinfonia in questo genere, una Sinfonia in stile classico. Qunado cominciò a prendere forma concreta la battezzai col nome di Sinfonia classica”.

Così Sergej Prokofiev (1891 – 1953) nella sua Autobiografia. Condotta a termine verso la fine dell’estate 1917, la Sinfonia classica fu eseguita per la prima volta sotto la direzione dell’autore a Leningrado il 21 aprile 1918, due settimane prima che Prokofiev lasciasse la patria per recarsi in America. La Sinfonia classica è opera emblematica di un musicista del Novecento che seppe conciliare, senza conflitti drammatici, modernità e tradizione.

Forse pensato in un primo momento come sonata per pianoforte e violino, il Concerto in sol minore n. 2 per violino e orchestra op. 63 viene composto nel 1935 ed eseguito per la prima volta il 1° dicembre dello stesso anno a Madrid dal violinista francese Robert Soëtens con l’Orquesta Sinfónica de Madrid diretta da Enrique Fernández Arbós. È questa l’ultima commissione occidentale per Prokof’ev, che inizia il lavoro dopo aver ascoltato la “prima” della sua Sonata per due violini, la cui esecuzione da parte di Soëtens e Samuel Dushkin nel 1932 gli era piaciuta molto.

In Francia da tempo, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, Stravinskij prese la via degli Stati Uniti, dove aveva buone prospettive professionali. La prima composizione scritta interamente su suolo americano sono le Danses concertantes, composte nel 1942 su commissione del direttore d’orchestra Werner Janssen. Lo stile è quello neoclassico, asciutto, fatto di rapidi cambi di articolazione, con armonie secche. Il tutto è enfatizzato dall’organico per piccola orchestra.

Neoclassica nello stile, questa composizione è piena di autocitazioni, a cominciare dal richiamo iniziale al Dumbarton. Tante anche le somiglianze con Jeu de cartes e con la Sinfonia in Do. Nella prefazione il compositore spiegò: “le sorgenti riattivate dalle mie opere passate hanno continuamente nutrito il presente: ed è questa una delle ragioni per cui la mia attività dovrebbe essere considerata nella sua interezza”. Nonostante Stravinskij non avesse concepito queste Danses concertantes per il teatro, ci sono momenti in cui troppo evidente è l’ispirazione ballettistica e, due anni dopo la prima newyorkese dell’8 febbraio 1942, Balanchine allestì una versione per la scena, in collaborazione col compositore, per il Ballet Russe de Monte Carlo.