C’è chi ancora pensa che il freddo dei nostri frigoriferi elimini o abbatta drasticamente i batteri, ma in realtà come evidenziato da una serie di studi è un ricettacolo di batteri.

Anche una ricerca della Facoltà di Veterinaria di Padova pubblicata su Food Control, ha ribadito, dati alla mano, questa dura realtà.

La parte più sporca del frigo è risultata, com’era prevedibile, il pianale di fondo dove è stato scoperto, in alcuni casi, finanche il bacillo della Salmonella.

Lo studio, effettuato sulla base delle analisi provenienti dai campioni prelevati da 293 frigoriferi appartenenti a studenti o lavoratori residenti nel campus di Agripolis a Legnaro, nel padovano, ha avuto una durata di dieci mesi.

A ogni partecipante è stato fornito un kit di prelievo con due spugnette imbevute di soluzione fisiologica sterile con le quali ‘detergere’ il pianale di fondo e una delle pareti verticali dell’elettrodomestico, fino a mezza altezza. Nonostante l’operazione di ‘pulizia’, negli apparecchi sono stati riscontrati, oltre a varie muffe (nel 15% dei casi), diversi batteri.

Alcuni innocui, come lo Pseudomonas, (22%) che prolifera al freddo, o lo Pseudomonas fluorescens, chiamato così perché produce un pigmento fluorescente (quello delle “mozzarelle blu” per intederci), la fluoresceina.

Ma sono stati rilevati anche altri microrganismi, questa volta patogeni: in otto casi la Salmonella (1,4% dei campioni) e anche i più pericolosi Bacillus cereus (5,6%) o gli stafilococchi coagulasi positivi (4%), che con il tempo si insediano nei cibi mal conservati e possono provocare intossicazioni alimentari.

La carica batterica tende a concentrarsi soprattutto sul piano di fondo del frigo (61%), piuttosto che sulle pareti (39%), anche a causa di frutta e verdura o altri alimenti freschi che vengono lì depositati o dei liquidi che tendono a colare dai ripiani superiori. Nessuna traccia di Listeria monocytogenes e Yersinia enterocolitica, due batteri molto rischiosi, che proliferano alle basse temperature.

 

Ecco dieci semplici regole consigliate dal nostro Ministero della Salute:

1. Mantenere la temperatura interna sempre intorno ai 4-5 °C e collocare il frigorifero lontano da fonti di calore. Aprirlo solo al bisogno e richiuderlo in breve tempo;

2. Ogni zona del frigo ha una temperatura diversa: il punto più freddo è la mensola più bassa, subito al di sopra del cassetto per le verdure (circa 2 °C), mentre la parte meno fredda è lo sportello. Tenerne conto quando si posiziona il cibo;

3. Ciascun alimento ha la sua temperatura di conservazione: carne e pesce vanno posti nel comparto più in basso e consumati entro 24 ore, o due giorni in caso di pollo o tacchino. Nel cassetto in basso si conservano verdure e frutta. Nella parte centrale del frigo si dispongono invece uova, latticini, dolci a base di creme e panna e alimenti da conservare in frigorifero “dopo l’apertura”. Le mensole all’interno della porta sono i punti più caldi del frigorifero, ideali per le bevande;

4. Non conservare gli alimenti oltre la data di scadenza;

5. Non tutti i cibi vanno refrigerati e anzi potrebbero danneggiarsi al freddo: per esempio la frutta esotica, gli agrumi (diventano amari), pomodori, fagiolini, cetrioli, zucchine e pane;

6. Non riporre mai in frigorifero alimenti bollenti o caldi per evitare condense e bruschi innalzamenti di temperatura del ripiano;

7. Separare gli alimenti crudi da quelli cotti: i batteri presenti nei primi potrebbero trasmettersi al cibo già cotto dando vita alla cosiddetta cross-contaminazione;

8. Utilizzare recipienti puliti e chiusi: meglio ancora nelle confezioni originali, perché queste riportano la scadenza e indicazioni di conservazione. I cibi preparati in casa devono essere riparati con un coperchio;

9. Pulire regolarmente il frigorifero con acqua e bicarbonato o aceto, o con prodotti specifici, evitando gli accumuli di ghiaccio sulle pareti;

10. No alle provviste troppo abbondanti: il frigo non va sovraccaricato. È buona norma, inoltre, riporre gli alimenti acquistati di recente sotto o dietro quelli già presenti.