L’estate ci dà sole, abbronzatura, sabbia… e per i più sfortunati, una fiammata di troppo: il colpo di calore.
Non è poesia, è un rischio serio che può comparire all’improvviso, soprattutto nelle giornate più afose e tra chi pensa che “resisto, tanto bevo dopo”.
Riconoscerlo al volo è essenziale.
Se una persona sotto il sole (o in ambienti molto caldi) comincia ad accusare mal di testa, nausea, vertigini, pelle calda ma asciutta, e magari sviene pure, siamo nella zona rossa. E no, non è solo stanchezza: è il corpo che urla “sto cedendo”.
E allora, cosa si fa?
5 minuti, 5 azioni
- Portare all’ombra o in ambiente fresco. Anche una stanza con aria condizionata va benissimo.
- Sdraiarsi con le gambe leggermente sollevate. Favorisce il ritorno venoso, aiuta la pressione.
- Raffreddare il corpo. Panni bagnati, doccia fresca, acqua su polsi e fronte. No al ghiaccio diretto.
- Idratazione graduale. Solo se la persona è cosciente: acqua a piccoli sorsi, niente bevande ghiacciate o zuccherate.
- Allerta 118 se non migliora. Meglio una telefonata in più che una sincope spettacolare.
Chi è più a rischio?
- Bambini e anziani (perché regolano peggio la temperatura)
- Chi fa attività fisica nelle ore sbagliate
- Chi prende farmaci che interferiscono con la termoregolazione (antipertensivi, diuretici, ecc.)
- Gente testarda che “non sente il caldo”
Prevenzione: meglio che spugnare dopo
- Evitare l’esposizione diretta tra le 11 e le 17
- Vestirsi leggeri, in tessuti naturali e chiari
- Idratarsi costantemente (acqua, non bibitoni zuccherati)
- Riconoscere i segnali precoci e agire prima che il corpo decida di andare in black-out
