Lana Bastašić
Afferra il coniglio

Due amiche che a bordo di un’utilitaria partono dal Sud della Bosnia per raggiungere Vienna alla ricerca del Coniglio di Alice e della verità su Armin. Sara e Lejla, riunite dopo dodici anni di silenzio da una certezza, attraversano un paese oscuro e fermo: un paese delle meraviglie dove non sapranno mai da che parte dello specchio si trovano. Un viaggio nella memoria individuale alla scoperta di sé.

La Bosnia non è un paese: è una condizione dell’anima. Vivere a Dublino da anni non basta a Sara, giovane traduttrice bosniaca, per recidere il legame con il suo paese. Non basterà Michael, i suoi dischi, una piantina di avocado. Una telefonata di Lejla sarà sufficiente a riportarla a Mostar, metterle su una macchina e viaggiare fino a Vienna per aiutare la sua amica a ritrovare Armin, il fratello scomparso.

Sara e Lejla, due amiche per la pelle con un rapporto teso, di parole non dette, cresciute insieme in una città in guerra consapevoli di quanto stava accadendo e sempre unite da una certezza: Armin è vivo, da qualche parte, ma vivo.

Un romanzo che è un viaggio nella memoria che si sfalda, attraverso un paese sprofondato nell’oscurità e nelle nebbie, spinto dall’impeto vivido e umano del voler conoscere la verità. Alla sua prima prova in narrativa Bastašić compone un mosaico autentico di presente e passato e una raffinata caccia al coniglio che ci lascerà attoniti sulle rive del Danubio.

Linwood Barclay
Paura verticale

Tutto inizia di lunedì, quando quattro persone salgono su un ascensore di un grattacielo di Manhattan. Ciascuno preme il pulsante del proprio piano, ma l’ascensore continua a salire, senza sosta, fino al quarantesimo piano, l’ultimo. Una volta lì, si ferma per alcuni istanti, poi comincia a riscendere. Giunto al ventinovesimo piano, si blocca di nuovo. Pochi secondi di ansia e sconcerto, poi l’ascensore inizia a precipitare vertiginosamente, schiantandosi e uccidendo i passeggeri al suo interno.

Sembra trattarsi di un incidente orribile, ma casuale. Il giorno dopo, però, un altro ascensore fuori controllo, in un altro edificio di Manhattan, causa la morte di una persona. E quando il mercoledì ci si trova ad affrontare la terza tragedia, opera dell’ennesimo ascensore impazzito, New York precipita nel caos. Ormai è chiaro che non si tratta più di una coincidenza, ma di un piano calcolato per mandare nel panico la città. E sta funzionando.

Chi sta facendo tutto questo e perché? C’è la mano del terrorismo islamico? Oppure è opera dello stesso gruppo estremista che ha già fatto esplodere delle bombe in altre città degli Stati Uniti? E c’entra in qualche modo il cadavere trovato sulla High Line, a cui è stato sfigurato il volto e sono state mozzate tutte le dita? Trovare una risposta è una corsa contro il tempo, prima che il Top of the Park, l’ultimo audace grattacielo della città, venga inaugurato il venerdì sera.