Brahms con l’Orchestra Sinfonica di Roma, domenica 30 marzo alle ore 17:30 e lunedì 31 alle ore 20:30, Auditorium Conciliazione. In programma le Sinfonie nr 1 e 2. Dirige il Maestro Francesco La Vecchia.

Nell’autunno del 1876 grandissima era l’attesa nel mondo musicale tedesco per la prima Sinfonia di Brahms: il musicista era già famoso ovunque, ma aveva superato la quarantina senza essersi ancora cimentato nel genere strumentale più illustre. Abbozzata già intorno al 1855, la composizione della monumentale Prima sinfonia procedette tra infinite esitazioni: solo nel 1862 venne scritto il primo tempo (ma senza introduzione), mentre l’attuale fisionomia del lavoro risale agli anni Settanta, in particolare alle estati dal 74 al ’76 che Brahms trascorse nell’isolamento del Mar Baltico, a Sassnitz, sull’isola di Rügen, in un contesto naturale del tutto congeniale.

I dubbi sopravvissero anche alla prima esecuzione del 4 novembre 1876 a Karlsruhe, e la partitura venne ancora emendata prima della pubblicazione. Capolavoro ostico, difficile, non del tutto amabile per ammissione dell’autore, la Sinfonia si riallaccia direttamente a Beethoven, come notarono senza esitazioni il critico Eduard Hanslick (già nel 1876) e il celebre direttore Hans von Bülow, salutandola come la “Decima”, ideale continuazione del catalogo beethoveniano.

IL 30 dicembre 1877, a poco più di un anno dalla presentazione al pubblico della Prima Sinfonia di Brahms, Hans Richter diresse con i Filarmonici di Vienna la prima esecuzione della Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 accolta, a differenza della precedente, da un immediato e sincero successo.

Mentre la composizione dei suoi precedenti lavori sinfonici su vasta scala era stata tormentata e piena di esitazioni e di ripensamenti e aveva richiesto periodi lunghissimi (dieci anni per il Primo Concerto per pianoforte, quasi vent’anni per la Prima Sinfonia), Brahms scrisse la sua Seconda Sinfonia quasi di getto, nell’estate del 1877, durante i sempre proficui periodi di vacanze trascorsi a Pörtschach, in Carinzia.

La parola fine vi fu apposta però verso la fine di settembre a Lichtental, nei pressi di Baden-Baden, dove Brahms si era recato per il compleanno di Clara Schumann. L’autore stesso una volta definì la sua Seconda Sinfonia “una suite di valze”», ma forse lo spirito di questa sinfonia viene rivelato da un consiglio dell’autore agli orchestrali viennesi: “Per un mese prima non suonate altro che Berlioz, Liszt e Wagner: soltanto così capirete la sua tenera gaiezza”.