Richard Gere, a Roma per la presentazione stampa di ‘Franny’, che arriverà nelle nostre sale il 23 dicembre diretto dall’esordiente Andrew Renzi e distribuito da Lucky Red.
Franny (Richard Gere) è un affascinante milionario che nasconde un segreto che non ha mai rivelato. Non lavora e ha trovato nella beneficienza la sua unica ragione di vita. Quando dopo tanti anni ritrova Olivia (Dakota Fanning), la figlia dei suoi più cari amici, sposata e in procinto di diventare madre, Franny non riesce a fare a meno di “aiutarla”.
Offre così a Olivia e a suo marito incredibili opportunità, cercando al tempo stesso, però, di gestire la loro vita in modo sempre più invadente, fino a quando quel segreto nascosto riemergerà dal passato con conseguenze inimmaginabili… Nato dai produttori de “La Frode”, “Franny” è il ritratto di un uomo dalla forte personalità in crisi che segna l’esordio alla regia del talentuoso sceneggiatore e regista Andrew Renzi.
“Il nostro protagonista, Franny, ha vissuto una vita agiata, ma non si è mai sentito veramente coinvolto in quello che ha fatto” spiega il regista. “Può trasformare completamente la vita delle persone, ma non si è mai impegnato davvero con nessuno. L’ultima cosa che gli era rimasta era la sua amicizia con i genitori di Olivia. Amicizia sparita in un lampo. Adesso guarda alla sua vita passata cercando di darle un significato, ad un’età in cui dovresti averlo già capito”.
La storia di Franny aveva attirato l’attenzione di Hollywood la prima volta quando Renzi aveva partecipato allo Screenwriter’s Lab del Sundance Institute nel 2013, durante il quale aveva completato la sceneggiatura. Il produttore Jason Michael Berman era stato presentato allo sceneggiatore-regista in occasione di una cena sponsorizzata da Facebook. “Andrew aveva appena concluso la sua esperienza allo Screenwriter’s Lab ed era rimasto per il festival perché il suo cortometraggio Karaoke! era in competizione” ricorda Berman. “Avevo già lavorato a progetti emersi dal Lab e penso che siano sempre storie originali con personaggi interessanti, il tipo di progetto adatto a coinvolgere attori celebri.
Anche l’amico di lunga data di Renzi, il produttore Kevin Turen, ha seguito le vicende della sceneggiatura per gli oltre due anni che sono serviti a Renzi per perfezionare la trama e sviluppare i personaggi, promuovendola affinché venisse prodotta. “Per me la storia parla di false opportunità” racconta Turen. “Franny cerca di ricostruire la sua vita, ma non ha alcun legame reale e questo lo rende freddo. È davvero un uomo solo, perché tutte le sue energie sono rivolte al passato. Non riesce ad accettare il mondo così com’è”. Il produttore Jay Schuminsky afferma che, tra le molte sceneggiature lette nel corso degli anni, questa è l’unica ad averlo toccato profondamente. “I temi sono universali” dice. “La storia è piena di sfumature. I rapporti descritti sono reali e il protagonista è un personaggio maturo ben tratteggiato. È facile capire la sensazione di perdita che colpisce Franny. Anche quando mostra il peggio di se stesso, continui a preoccuparti per lui”.
Durante gli anni trascorsi dal fatale incidente, Franny si è curato da solo con l’isolamento e con farmaci antidolorifici. Di fronte ad una perdita, qualche volta è più facile nascondersi” afferma Renzi. “Franny non ci vede niente di male. Le medicine gli sono state prescritte. Ha subito un danno che lo autorizzano a prenderle. Ma quando Olivia riappare nella sua vita, Franny pensa che in un attimo la sua vita gli sia stata restituita. Butta via le medicine per rimettersi in sesto, ma non è tanto semplice. Ormai ne è fisicamente dipendente”.
Secondo Turen la sceneggiatura affronta la questione della dipendenza di Franny in modo responsabile e con grande tatto: “È chiaro che Franny ha permesso a se stesso di continuare a star male più del dovuto” osserva il produttore. Renzi era deciso a dirigere la sua prima sceneggiatura in maniera diversa da ciò che lui stesso definisce “il solito dramma”. “
Nonostante i film che parlano di droga e dipendenza siano molti, Renzi aggiunge: “Volevo analizzare quest’uomo. Magari da ragazzo ha usato droghe e alcool per divertirsi, ma adesso è seriamente dipendente dai farmaci antidolorifici. All’inizio non sembra una cosa pericolosa, fino a quando però non ne resta sprovvisto. La serietà della sua dipendenza si palesa lentamente a lui, e al pubblico. E credo che il suo livello di dipendenza potrà apparire sorprendente”.
Con un regista alla sua prima esperienza, il film sembrava destinato ad essere realizzato con un budget molto ridotto, ma Turen aveva il sospetto che il ruolo da protagonista potesse far gola a qualche attore famoso. E ne aveva in mente uno in particolare. Per interpretare il volubile anti-eroe di Renzi il produttore ha infatti suggerito di contattare Richard Gere, con il quale aveva già lavorato per il thriller La frode, realizzato nel 2012.
Il tema insolito e la possibilità di interpretare un personaggio diverso hanno catturato l’attenzione e colpito l’immaginazione di Gere. “Franny è del tutto originale” afferma l’attore. “Non avevo mai letto niente su un tipo del genere. Andrew è stato molto coraggioso ad avventurarsi in cose che non fossero dei cliché. Non aveva mai girato un lungometraggio prima, ma i suoi corti mi erano piaciuti ed ero convinto che fosse un regista promettente. Era un personaggio molto affascinante, uno di quelli per cui vale la pena rischiare”.