C’è stato un tempo in cui la casa perfetta era il nuovo status symbol.
Piante finte sempre in fiore, divani color crema immacolati, pareti a prova di fotografia Pinterest.
Quel tempo è stato ieri.
Perché nel 2025, la sindrome da casa perfetta ha ufficialmente stancato tutti.
Benvenuti nell’era della “home fatigue”.
La stanchezza da perfezione domestica.

🛋️ Quando il divano beige inizia a fare paura

Durante la pandemia la casa è diventata palcoscenico, set, rifugio, ufficio, palestra e cattedrale del lifestyle.
Tutto doveva essere impeccabile, fotogenico, accogliente per chi guardava (online).
Poi il mondo è uscito di casa, ma la pressione estetica domestica è rimasta.
Troppo ordinata, troppo pulita, troppo neutra.
La casa perfetta ha cominciato a sembrare una trappola emotiva.
E a qualcuno, semplicemente, è venuta voglia di mollare tutto e lasciarci un po’ di polvere sopra.

🪴 La rivincita del caos (organizzato)

Nel 2025, cresce un nuovo movimento sotterraneo che rivaluta il disordine dichiarato.
Non più un disordine trasandato, ma un disordine vissuto, autentico, personale.
Pezzi di vita sparsi qua e là come prova tangibile che qualcuno abita veramente lì.

Tazze scheggiate, librerie piene senza criterio estetico, tappeti sformati e vestiti lasciati in bella vista.
Il tutto documentato senza filtri, senza hashtag tipo “real life aesthetic” (perché ormai pure quello è diventato una posa).

📦 Il comfort prima del design

La nuova frontiera del costume domestico è la casa-comfort, non più la casa-foto.
Cose brutte ma comode, cuscini sfondati ma amati, tavolini ereditati dalla zia ma pieni di storie.

L’oggetto di design? Sostituito dalla coperta smangiucchiata del divano.
Il centrotavola minimale? Via libera alla pila di riviste che nessuno vuole buttare.
Il minimalismo beige?
Archiviato a favore del maximalismo confusionario, vissuto, rumoroso.

🛑 La fine dell’ansia da Instagram interiors

Anche gli influencer del settore home decor stanno iniziando a cedere.
Postano pareti sporche, tappeti stropicciati, fiori appassiti come provocazione estetica.
È il nuovo lusso: non doversi più preoccupare dell’inquadratura perfetta.
Vivere la casa, non esibirla.
Abitarla, non venderla al feed.

Viva il disordine (con stile)

Nel 2025, il nuovo status symbol è una casa che sembra vissuta, non una pagina di catalogo scandinavo.
Disordine scelto, caos affettuoso, comfort senza filtri.

Perché la casa è il posto dove si respira, non dove si posa.
E il trend?
Può anche aspettare fuori dalla porta, insieme al tappeto stropicciato.