Ecco alcuni dei principali risultati della ricerca “Aspettative e soddisfazioni dei cittadini rispetto alla salute e alla sanità” realizzata dal Censis e presentata oggi,16 aprile, a Roma dal Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio e dal Vicedirettore del Censis Carla Collicelli.  Il giudizio migliore spetta alle farmacie, i cui servizi sono di buona qualità per il 62% degli italiani, sufficienti per il 35%, mediocri o scarsi solo per il 2%. Il medico di medicina generale (per il 92% qualità buona o comunque sufficiente, inadeguata solo per l’8%) continua a rappresentare un elemento cardine del sistema di offerta e un referente di prossimità nel quale gli utenti ripongono grande fiducia. Positive anche le opinioni sui pediatri di libera scelta (promossi dal 90%). Seguono i laboratori di analisi pubblici (84%), ambulatori e consultori pubblici (84%), ospedali e pronto soccorso (81%), strutture di riabilitazione pubbliche (73%), assistenza domiciliare (72%).
Il sistema di offerta sanitaria si dimostra capace di rispondere in larga misura alle aspettative e alle esigenze assistenziali dei cittadini. La copertura garantita dai servizi, a partire dalle farmacie e dai MMG, risulta nella grande maggioranza dei casi adeguata, così come la qualità percepita dall’utenza che ha colto positivamente la trasformazione delle farmacie in presidi sociosanitari. La legge 69/2009 prevede l’erogazione di servizi di primo livello quali prelievi, misurazione della pressione, ecc., la partecipazione della farmacia al servizio di assistenza domiciliare integrata, la dispensazione e la consegna dei farmaci e dei dispositivi medici necessari a domicilio, nonché la possibilità di prenotare le visite ambulatoriali e ospedaliere direttamente in farmacia.
È pari al 64,4% la quota di italiani che ritengono che i servizi amministrativi della propria Asl siano efficienti e ben organizzati, contro il 35,6% che si esprime in termini opposti. Questa opinione positiva trova d’accordo soprattutto i residenti del Nord-Ovest e del Nord-Est (rispettivamente il 73,9% e l’83,7%), ma diminuisce nettamente nel Mezzogiorno (54,3%) e al Centro (51,5%).
A fronte di un quadro caratterizzato da una generale soddisfazione, permangono non pochi problemi legati al territorio. Il sistema di offerta è ancora disomogeneo a svantaggio delle regioni meridionali soprattutto con riferimento a ospedali e pronto soccorso (in questo caso il giudizio negativo supera il 26% contro una media nazionale del 19%), assistenza domiciliare (scarsa per il 34% a fronte del 28% registrato a livello nazionale) e strutture di riabilitazione (34% contro 27%).
Se 3 italiani su 4 ritengono poco o per nulla frequenti i casi di malasanità (intesi come errori diagnostici o terapeutici con conseguenze significative sulla salute dei pazienti), questa quota si riduce al 58,3% al Sud (dove il 34,5% dei residenti li ritiene abbastanza frequenti e il 7,2% molto frequenti), mentre si attesta intorno al 90% nelle regioni settentrionali. In particolare nel Nord-Ovest i casi di malasanità sono ritenuti “poco” probabili dal 73,6% degli intervistati e “per nulla” probabili dal 19,5%. Nel Nord-Est tali percentuali divengono rispettivamente il 71,3% e 16,4%.
Valori simili si rilevano in merito all’opinione sulla probabilità che un paziente ricoverato in ospedale possa subire un grave errore medico: complessivamente lo ritiene poco o per nulla probabile quasi il 70% degli italiani, ma questo dato scende al 51% al Sud.