17 giugno 1970. A Città del Messico va in scena la semifinale dei Mondiali di calcio fra Italia e Germania. Grandi e piccini sono incollati al televisore: battere lo squadrone tedesco è un’impresa possibile. Tutti gli italiani sognano la finale, nessuno si immagina che non sarà solo una partita, ma un’epopea leggendaria. Quattro a tre: Italia-Germania rimarrà per sempre la Partita del secolo, e poco importa se gli azzurri, stremati, perderanno la finale contro il Brasile.

Cinquant’anni dopo, nel racconto di Riccardo Cucchi rivive uno dei momenti più alti nella storia dello sport italiano, insieme ai suoi protagonisti: “Rombo di tuono” Gigi Riva, reduce da uno scudetto irripetibile conquistato con l’amata maglia del Cagliari; Gianni Rivera, rimproverato per la fragilità difensiva e segnato dalla “staffetta” con l’altro numero 10 Sandro Mazzola, ma autore dell’indimenticabile rete della vittoria; capitan Facchetti, campione gentiluomo; la “Roccia” Tarcisio Burgnich; Boninsegna, goleador della classe operaia; le parate e le sfuriate di Ricky Albertosi. Ma anche i campioni tedeschi: il “Kaiser” Beckenbauer, maestro d’eleganza anche con un braccio fasciato lungo il busto; Gerd Müller, centravanti da record, follemente innamorato del gol; il difensore del Milan Schnellinger, che segnò – si dice per caso – l’1-1 al novantesimo.

La partita del secolo tinge di azzurro i ricordi in bianco e nero e traccia il filo che unisce il calcio di una volta a quello moderno: le emozioni che solo il pallone può suscitare sono oggi le stesse di allora – come sa Cucchi, che da radiocronista, nel 2006, raccontò un’altra Italia-Germania passata alla storia.

Riccardo Cucchi
La partita del secolo
Piemme