Dopo essersi fatto apprezzare dal grande pubblico con il pluripremiato Le conseguenze dell’amore (cinque David di Donatello, quattro Nastri d’Argento e cinque Ciak d’oro), il regista partenopeo, Paolo Sorrentino, cambia genere passando a quello che lui definisce commedia. Purtroppo il termine è troppo riduttivo per definire L’amico di famiglia, un film che suscita nello spettatore una risata amara che vuole innanzitutto spingere ad indagare dentro sé stessi.

Dimenticate l’algido Titta Di Girolamo, questa volta il protagonista è Geremia de’ Geremei (GIACOMO RIZZO), settantentenne usuraio, ricco e brutto che ha un rapporto malato con la vita. Unico suo amico è Gino (FABRIZIO BENTIVOGLIO), un amante del genere country che sogna di andare a vivere in Tennessee. Lo spietato ordine delle cose verrà sconvolto dall’amore di Geremia nei confronti della bellissima Rosalba (LAURA CHIATTI), una ragazza scontrosa in lotta con la vita.

Il personaggio di Geremia è stato costruito da Sorrentino pensando come interprete sin dall’inizio a Giacomo Rizzo, attore napoletano militante da sessant’anni nel teatro e nel cinema dove ha lavorato con registi come Pasolini, Monicelli e Risi. Traendo spunto dalle stravaganti persone che animano le città nel primo pomeriggio della domenica, Geremia ha preso corpo, ma è durante una gita in Siberia che è avvenuta la genesi de L’amico di famiglia. “Questo film – continua il regista – è nato guardando di sbieco, per un attimo, un rapporto morboso, malato, degenerato e al tempo stesso comico tra un’anziana madre ed un figlio anziano quasi quanto lei”.

Le vicende si svolgono nell’Agro Pontino, scenario volutamente svuotato dalla quotidianità, che si trasforma così in qualcosa di più universale. Avvalendosi ancora una volta di Luca Bigazzi come direttore della fotografia, Paolo Sorrentino ha curato la scelta della colonna sonora affidandola a Teho Teardo, compositore italiano di musica elettronica.

Se tornando a casa, dopo aver visto questo film, ripenserete a Geremia de’ Geremei, alle sue battute sarcastiche ed al suo “essere” così assurdo ma per qualche aspetto vicino al vostro, allora avrete visto un bel film. Film che sebbene, secondo noi, possa peccare in alcuni punti è pur sempre “un tuffo dentro l’uomo e la sua degenerazione” come dice lo stesso Paolo Sorrentino.