Dalla Francia una commedia che arriva dritta al cuore, LES SOUVENIRS, un film di Jean‐Paul Rouve con Annie Cordy, Michel Blanc, Mathieu Spinosi, Chantal Lauby. Sceneggiatura di David Foenkinos e Jean‐Paul Rouve, dal romanzo “L’eroe quotidiano” di David Foenkinos. Nelle sale dal 14 aprile.
Romain ha 23 anni. La sua aspirazione è diventare scrittore, ma per il momento si accontenta di fare il portiere di notte in un albergo.
Suo padre ha 62 anni. Sta andando in pensione e apparentemente la cosa non lo scompone.
Il ragazzo con cui divide l’appartamento ha 24 anni. Ha in mente una sola idea: sedurre una ragazza, qualsiasi ragazza e con qualunque mezzo. Sua nonna ha 85 anni. Si ritrova in una casa di riposo e si domanda che cosa ci faccia lì con tutti quei vecchi.
Un giorno suo padre compare precipitosamente a casa sua. La nonna è scomparsa. In un certo senso è evasa. Romain parte alla sua ricerca, in qualche luogo dei suoi ricordi…
INTERVISTA CON JEAN‐PAUL ROUVE
Regista, sceneggiatore, interprete del ruolo dell’albergatore
Come le è venuta l’idea di adattare il romanzo di David Foenkinos?
Ho incontrato David mentre ero in giro per la promozione di QUAND JE SERAI PETIT. Abbiamo un’amica in comune, Emilie Simon, che ha composto le musiche di LA DELICATEZZA e del mio film precedente. I produttori, che io non conoscevo, avevano acquisito i diritti del romanzo L’eroe quotidiano e insieme a David erano alla ricerca di un regista. In seguito, ho conosciuto Romain Rousseau, uno dei due produttori insieme a Maxime Delauney, e successivamente il mio agente ha comunicato loro il mio interesse per il progetto.
Per la stesura della sceneggiatura, ha collaborato con David Foenkinos…
Ho innanzitutto letto il suo romanzo e poi gli ho telefonato. Aveva redatto una prima versione dialogata del suo libro e io gli ho confidato che il suo lavoro era molto vicino al mio ultimo film, QUAND JE SERAI PETIT, anzi, quasi troppo vicino! A quel punto abbiamo ripreso il testo insieme. Per quanto mi riguarda procedevo con estrema cautela, poiché si trattava del suo lavoro e non volevo irritarlo. Ma dopo un paio d’ore mi sono reso conto che non ne faceva una questione di orgoglio e abbiamo dunque iniziato a lavorare su basi molto semplici, come se non fosse lui l’autore del romanzo.
Il mio obiettivo era dare maggior spazio alla commedia. Abbiamo sviluppato di più il ruolo del padre, interpretato da Michel Blanc, e abbiamo creato il personaggio del coinquilino: è con lui che dialoga il protagonista e questo ci permette di conoscere gli stati d’animo di Romain (il giovane interpretato da Mathieu Spinosi) senza dover ricorrere a una voce fuori campo. Inoltre, nel romanzo la nonna vive in una casa di riposo, ma nell’adattamento abbiamo operato una scelta diversa. Infine, la sceneggiatura si ferma a due terzi del libro, perché abbiamo deciso di sopprimere l’ultima parte sulla vita di Romain con la ragazza.
E si è trovato sulla stessa lunghezza d’onda di David Foenkinos durante tutta questa fase della scrittura?
Ci siamo resi conto molto presto che ci commuovono le stesse cose, che ridiamo delle stesse battute e che abbiamo una serie di gusti in comune. In effetti siamo diventati molto amici! E abbiamo scritto la nostra versione condivisa della sceneggiatura piuttosto rapidamente, in tre/quattro mesi. L’abbiamo fatta rileggere ai produttori, l’abbiamo revisionata e poi l’abbiamo mandata agli attori.
I rapporti famigliari, in particolare il rapporto con il padre, percorrono tutti i suoi film…
È molto vero, il rapporto con la paternità mi interessa tantissimo. Spesso si dice che crescendo è necessario “uccidere il padre” per poter maturare. Io non penso che sia un passaggio obbligato: secondo me, si può crescere in un altro modo. È un processo che può passare attraverso un altro sguardo, che non impedisca l’amore per i genitori, che incarni un modo inedito di vedere il mondo. Può avvenire attraverso la scoperta di una persona o di uno scrittore. Non è detto che sia esclusivamente la figura paterna ad insegnarci ad essere uomo. Nel film il personaggio dell’albergatore è molto più giovane di quanto non sia nel libro. È stata una scelta precisa per evitare che ci fosse competizione con il padre: nel film tra loro non c’è rivalità, ma complementarietà.