Sarà l’Orchestra Sinfonica di Roma, domenica 13 aprile ore 17:30 e lunedì 14 ore 20:30, all’Auditorium Conciliazione a proporre al sempre numeroso pubblico, l’Ouverture da Il Flauto Magico di Mozart, il Triplo Concerto di Beethoven e la Sinfonia nr 8 di Dvorak.
Dirige il Maestro Christian Schulz. Elisabeth Kropfitsch, violino. Meehae Ryo, violoncello. Marialena Fernandes, pianoforte.
Die Zauberflóte fu composta a Vienna, con straordinario successo, nel Theater auf der Wieden, il 30 settembre 1791, due mesi prima della morte di Mozart e la sua fortuna s’impose, ben presto, nei paesi tedeschi, come quella di una rivelazione.
Nel Flauto magico Mozart adotta una tecnica nuova, fondata su un sistema di proposte e risposte motiviche articolate in armoniose corrispondenze e simmetrie: l’orchestra è raccolta in ranghi più compatti, e fa da accompagnamento al canto, molto melodico, con rare proposte di materiale autonomo, il divario tra cosciente e subcosciente viene, così, superato: la vita interiore dei personaggi, che non appartengono al mondo reale ma a quello fantastico e ideale del mito, si svolge in perfetta sintonia con se stessa, senza ambiguità o doppi sensi. Al carattere fiabesco contribuisce, inoltre, il suono strumentale: un suono soffice, liquido, una vera fantasmagoria di timbri trasparenti, che distinguono nettamente l’orchestrazione del Flauto magico da quella corposa e plastica del Don Giovanni: voci di corni che si dischiudono come bolle iridescenti, cascatene di flauti che scrosciano come sprazzi di luce, il tintinnare dei campanelli che nasce improvviso, come da un tocco di bacchetta magica, il pulsare dei bassi, carico di mistero e di presagio, i violoncelli che dispensano carezze vellutate nelle pagine religiose, e così via.
Componendo l’ouverture per ultima, due giorni prima che la partitura iniziata sei mesi avanti venisse rappresentata per la prima volta con straordinario successo, Mozart ribadì i diversi piani dell’opera e ne indicò musicalmente gli sviluppi.
Il Grande Concerto in do maggiore per pianoforte, violino e violoncello, più noto come Triplo Concerto, viene scritto da Beethoven nel 1803-1804, ma viene pubblicato tre anni dopo, nel 1807, come op. 56. Fu composto molto probabilmente per l’arciduca Rodolfo d’Austria (allievo di Beethoven per il pianoforte), nella cui residenza dovettero avvenire le prime esecuzioni in forma privata. Composizione unica nella produzione concertistica di Beethoven, il Triplo Concerto è un po’ tenuto in ombra dalla critica come lavoro esteriore e alla moda; in realtà Beethoven, che lo chiamava “Sinfonia concertante”, volle rifarsi al sonatismo e concertismo parigino, più brillante ed estroverso di quello viennese creato da Haydn e Mozart.
Dvořàk compose nove Sinfonie in un periodo di tempo che va dal 1865 al 1893. Non si tratta però di un insieme omogeneo nel quale sia possibile riscontrare la traccia di una evoluzione. Le prime quattro Sinfonie (1865-74) non furono ritenute dall’autore degne di apparire e rimasero escluse dal suo catalogo fino al riordino compiuto nel 1960 da Jarmil Burghauser, che ripristinò la successione originaria in base alla cronologia delle composizioni.
La Sinfonia in sol maggiore ha un’impronta di serenità e di levità che discende da una calma interiore raggiunta, forse anche dalla consapevolezza di un proprio ambito che Dvořàk si era conquistato nel solco della grande tradizione sinfonica tedesca dell’età romantica.
Segnaliamo che il concerto è dedicato alla campagna Porte Aperte della Caritas.
Per informazioni, prenotazione e prevendita dei biglietti è possibile rivolgersi all’ufficio Raccolta Fondi e Donazioni della Caritas di Roma: tel. 06.88815120, fax 06.88815122, e-mail: donazioni@caritasroma.it