Due secoli fa, il 5 maggio 1821, spirava sull’isola di Sant’Elena Napoleone Bonaparte, una delle figure più famose e controverse della Storia, considerato grande generale e potente capo di stato, ma anche tiranno e oppressore. Indiscutibilmente, però, la sua vita è stata leggendaria e allo stesso tempo fondamentale per la storia del mondo occidentale. Nato in Corsica, dopo la rivoluzione francese del 1789 Napoleone Bonaparte, noto al popolo per i suoi talenti militari, salì al potere in Francia e con la sua “Grande Armée” conquistò gran parte dell’Europa, ordinando riforme territoriali e legali, fino al fallimento della campagna di Russia nel 1812 e alla sconfitta nella battaglia di Waterloo nel 1815, che posero fine al suo regno in Francia e in Europa e lo condussero all’esilio sull’isola di Sant’Elena.

Proprio in occasione del bicentenario della sua morte, il canale culturale Arte in Italiano (arte.tv/it), disponibile gratuitamente in streaming e sottotitolato in italiano, presenta due documentari inediti sulla vita del figlio della Rivoluzione francese auto-incoronatosi Imperatore: “Napoleone Bonaparte, tra il Destino e la Morte” e “Napoleone – Metternich: l’inizio della fine”.

Già disponibile su ARTE in italiano e diretto da Mathieu Schwartz, il documentario “Napoleone Bonaparte, tra il Destino e la Morte”  (90 minuti) è un’originale rivisitazione dell’epopea napoleonica: il regista concentra il suo film su sette momenti chiave: quelli in cui – tra cannoni, risse, attentati, coltelli, fucili e veleni – ha fronteggiato la Morte in un lungo “passo a due” che ha influenzato la sua vita e contribuito alla sua Leggenda. Un’occasione per rivivere eventi storici come la caduta nel fiume durante la battaglia del Ponte di Arcole o il tentativo di suicidio per avvelenamento, il colpo di stato con cui assume il potere in Francia, la caduta e il primo esilio sull’Isola d’Elba, la successiva riconquista del potere. Fino ad arrivare all’esilio sull’Isola di Sant’Elena, dove viene lentamente annientato da un male interno, probabilmente ulcera o cancro. Negli ultimi anni della sua vita si dedica a disegnare l’immagine che lascerà ai posteri, trasformandosi da despota a martire, accentuando lo scontro con il generale inglese Hudson Lowe, governatore dell’isola.  Vent’anni dopo la sua morte, come aveva sperato Napoleone stesso, il suo corpo venne rimpatriato a Parigi, dove è sepolto agli Invalides: l’uomo così è diventato Leggenda. Il documentario è reso unico dalle accurate sequenze di animazione 2D in rotoscoping e in motion design ed è accompagnato dai commenti e dalle osservazioni degli storici e studiosi Patrice Gueniffey, Pierre Branda, Thierry Lentz e Charles-Éloi Vial, della curatrice della mostra del Musée de l’Armée-Hôtel des Invalides Émilie Robbe e dell’accademico Jean-Marie Rouart.

Mathieu Schwartz firma inoltre, insieme a Christian Twente, “Napoleone – Metternich: l’inizio della fine”, che sarà disponibile su Arte in italiano a partire dall’8 maggio 2021. Grazie ad un cast franco-tedesco e al supporto di storici e studiosi come Thierry Lentz ed Émilie Robbe già incontrati nel primo documentario, il documentario-fiction ricrea l’incontro faccia a faccia che nel 1813 portò l’Imperatore francese a suggellare la propria sconfitta, cadendo nella trappola tesa dal ministro austriaco.

Il 26 giugno 1813, Clemente de Metternich, ministro austriaco degli Affari esteri, incontrò Napoleone I nella sua sede a Dresda, capitale del Regno di Sassonia. L’inverno precedente, per la prima volta, la Grande Armata era stata sconfitta e decimata nella disastrosa offensiva russa, dando il via ad una inesorabile caduta dell’immenso impero francese. Mentre al sud la Spagna ribelle ha appena cacciato le sue truppe, al nord la Prussia si è schierata contro la Russia per farle guerra, con il sostegno finanziario della corona britannica. L’imperatore francese è preoccupato e Metternich, consapevole di questa fragilità, è intenzionato a restituire all’Austria una parte del potere che Napoleone gli ha tolto. Lo mette così al muro: se Napoleone non accetterà di negoziare la pace, cedendo una parte significativa delle sue conquiste, l’Austria si schiererà con la coalizione antifrancese. Un incontro memorabile e burrascoso, di oltre nove ore, che decise il destino dell’Europa.