Bruxelles, la città dall’aria cosmopolita. Cattedrali gotiche ed edifici Art Nouveau, da sempre segno distintivo dell’architettura cittadina più classica, sono la scenografia perfetta in cui si muove una società giovane e multietnica. Partiamo dal quartiere Matongé, una zona caratteristica dove convivono negozi “alternativi” di creativi un po’ bohemien, ristoranti asiatici e luoghi più tradizionali, a cominciare da Rue Longue Vie, dove vale la pena cenare al ristorante Le Soleil d’Afrique che propone gustosi piatti africani.

Dal Matongé, nella cosiddetta città alta, si raggiunge la parte bassa, dove si possono visitare i musei più importanti, per esempio il Bozar Palais des Beaux-Arts, progettato dall’architetto-artista Victor Horta.

bozar

In un quarto d’ora a piedi, si arriva in Rue Dansaert, che dà nome all’omonimo quartiere: qui c’è il Barbeton , uno dei bar del momento insieme al Roi des Belges di Place Saint- Géry, con tavolini multicolori e, al De Markten, in Place du Vieux Marché aux Grains.

Spostandosi dal Dansaert verso sud, prosegue la geografia del mix multietnico: contiguo all’elegante quartiere Sablon, il Marollens è una zona popular anche se , lungo Rue Haute e Rue Blaes, si susseguono costosi negozi di arredamento che fanno da cornice al celebre mercato delle pulci di Place du Jeu de Balle.

Attraversata all’altezza di Porte de Hal la cerchia di viali che racchiude il centro, ecco Saint- Gilles. Qui si fronteggiano due anime: quella muslim delle donne che indossano l‘hiyab e quella modaiola emergente. Nuovo look alla zona grazie al Wiels, centro d’arte contemporanea in un ex birrificio modernista: mostre di qualità, una piccola ma fornita libreria d’arte e il bar-caffè diventato una meta per i personaggi più cool di Bruxelles.

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