Apertura ufficiale alle ore 20,45 in Sala 1 con un’anteprima nazionale: “Alibi e sospetti” di Pascal Bonitzer con Pierre Arditi, Caterina Murino, Miou Miou, Valeria Bruni Tedeschi e Lambert Wilson, dal romanzo di Agatha Christie ‘Le vallon’: Pierre Collier è morto. Assassinato a casa del senatore Henri Pagès e di sua moglie Eliane durante un week-end di villeggiatura. Sua moglie, Claire, è la maggiore indiziata considerato il fatto che è stata trovata con una pistola in mano accanto alla vittima. Inoltre avrebbe avuto tutti i motivi per vendicarsi del volubile marito. Ma spesso l’apparenza inganna. L’arma rinvenuta in mano alla donna non è quella del delitto e a quel punto ogni invitato diventa un potenziale indiziato: Esther, l’amante del morto, Léa vecchio amore di gioventù umiliata e Philippe il suo rivale. E perché escludere il senatore, appassionato di armi da fuoco? Un caso particolarmente complicato per il capitano Grange, soprattutto quando dovrà fare i conti con un secondo omicidio.  Seguirà alle ore 22,45 “Garage” di Leonard Abrahamson: Josie è considerato dai vicini un innocuo disadattato, è un uomo che suscita futile gentilezza, benigna tolleranza e di tanto in tanto, insulti. Ha trascorso la vita adulta a fare il custode di un benzinaio fatiscente nella periferia di una cittadina, nella parte centro occidentale dell’Irlanda. Josie è una persona limitata, solitaria e tuttavia irriducibilmente ottimista e a modo suo felice. Nel corso di un’estate, il mondo di Josie cambia. David un’apprendista adolescente, va a lavorare presso la sua officina. A David Josie piace. Si confidano l’uno con l’altro ed hanno le stesse abitudini, spesso si ritrovano ambedue a bere lattine di birra vicino ai binari della ferrovia insieme ai ragazzi del posto. Josie scopre di avere dentro di sè desideri inespressi e mai soddisfatti. Carmel, una ragazza che lavora nel negozietto del posto e che è sempre cortese con lui, ridesta nell’animo di Josie, sentimenti a cui lui non sa dare un nome. In un solo istante la tranquilla vita di Josie subisce un cambiamento radicale. Gli eventi precipitano e la sua vita dietro a loro. Attraverso il ritratto di Josie (interpretato da un bravo e intenso Pat Shortt), l’esordiente Leonard Abrahamson non ci parla tanto, e magari banalmente, del conflitto mai sopito tra natura e cultura, ma obbliga a specchiarci in un personaggio che rappresenta quella parte di noi che è insopprimibile e fondamentale, ma che è necessario gestire e controllare.