Profumi di un tempo sospeso
C’infiliamo fra le pareti rosso-ocra di una domus immaginaria, dove gli affreschi raccontano banchetti di dèi e mortali. Sulla mensa di pietra distendiamo — quasi fosse una tovaglia impalpabile — la sciarpa Pompei firmata My Scarf in a Box: doppio velo di seta color ruggine, screziato di riflessi che ricordano il vino cotto. È il nostro filo conduttore, un tessuto che unisce due piaceri antichi: vestirsi e nutrirsi di bellezza.
Mise en place alla romana
- Pane antico: farina di farro e lievito madre, crosta scura e mollica compatta. Lo spezziamo con le mani, come si faceva prima del coltello da tavola.
- Fichi violacei: maturi, morbidi, pronti a sciogliersi sul palato; il loro interno carminio dialoga con la seta.
- Formaggi speziati: cacio caprino stagionato in foglie di mirto, pecorino pepato come nelle tabernae del Foro.
- Vino cotto in anforetta: mosto ridotto lentamente, denso e ambrato; una carezza che scalda la gola.
Basta aggiungere un filo d’olio novello per ritrovarsi in una scena degna di Apicio.
Sinestesia di trame
Tocchiamo il pane ruvido, la seta liscia, l’interno vellutato dei fichi. I sensi s’intrecciano: la texture della sciarpa amplifica quella dei cibi, ogni fibra sembra raccontare la stessa storia di sopravvivenza alla cenere, di colori che il tempo non è riuscito a spegnere.
Ricetta da portare a casa
Crostini “Pompei”
- Tosta due fette di pane di farro.
- Adagia sopra una fetta sottile di pecorino pepato.
- Completa con mezzo fico fresco e una goccia di vino cotto ridotto.
- Decora con foglioline di timo fresco.
- Servi su un piattino di terracotta, con la sciarpa Pompei a incorniciare il tutto: il colore farà da spezia visiva.
Il gusto della memoria
Mordiamo, chiudiamo gli occhi: arrivano note di miele bruciato, accenni di spezie orientali, l’acidità gentile del farro. La seta sul polso ci ricorda quanto sia sottile il confine fra corpo e racconto: la moda può diventare utensile da cucina, la tavola un museo che vive.
