Secondo l’ente australiano di sorveglianza medica Therapeutic Goods Administration (TGA) le protesi mammarie e gli espansori di tessuto venduti nel paese, potrebbero essere collegati ad una rara forma di cancro. Ed i casi di questo particolare tipo di cancro sarebbero diversi dal 2011 con una forte crescita lo scorso anno.

Nello specifico sarebbero otto tipi di impianti mammari testurizzati ‘macro’ e ‘micro’ che dovranno essere ritirati e saranno proibiti per i prossimi sei mesi, mentre i produttori dovranno affrontare «diversi problemi di sicurezza e di performance» ha annunciato l’ente regolatore. La misura è stata suggerita da crescenti preoccupazioni su legami fra certi tipi di protesi e una rara forma cancro nota come Breast Implant-Associated Anaplastic Large Cell Lymphoma (BIA-ALCL).

La misura fa seguito a indagini esaustive e circa 700 casi confermati nel mondo, di cui 107 in Australia, di un raro tumore del sistema immunitario, che si sviluppa nel fluido e nel tessuto cicatriziale attorno agli impianti. Quattro donne sono morte in Australia e una in Nuova Zelanda.

Ogni scorta presente nel mercato sarà ritirata durante il periodo di sospensione, comunica l’ente, che tuttavia non arriva a raccomandare la rimozione delle protesi, se la persona non denuncia sintomi o preoccupazioni. Il provvedimento è stato ben accolto dal presidente dall’Australian Society of Plastic Surgeons Gazi Hussain, che l’ha definito «sensato e misurato», riconoscendo che «minimizza il rischio per le donne che richiedono protesi al seno, mentre assicura che non siano limitate le opzioni per le donne che richiedono chirurgia ricostruttiva dopo un cancro al seno».