Non serviamo davvero al tavolo 6.
Non lavoriamo in un chiosco con vista mare, non abbiamo il grembiule annodato in vita né un vassoio instabile da bilanciare in discesa.
Eppure, ad agosto, qualcosa in noi cambia.
Cominciamo a sentirci stagionali dell’anima.
Baristi stanchi anche se non abbiamo versato caffè, cameriere malinconiche pur senza ordinazioni, gelatai filosofi anche senza frigo a pozzetto.
Un piccolo esaurimento emotivo collettivo, travestito da estate.
☕ Il barista interiore: l’eroe esausto che abita in noi
Ha occhiaie anche se ha dormito.
Sorride per cortesia, ma dentro conta i minuti alla chiusura.
È la parte di noi che:
- Vorrebbe fare silenzio ma finisce sempre a preparare cocktail emotivi per gli altri
- Ha “esaurito il ghiaccio” ma sorride lo stesso
- È cortese, disponibile, funzionale. E stanca da morire
Il barista interiore compare quando ti chiedono l’ennesimo favore e tu dici “sì, certo” con la voce di chi in realtà stava servendo se stesso.
🍽️ La cameriera malinconica: regina dei sorrisi sospesi
In equilibrio fra richieste troppo vaghe e tavoli che non si svuotano mai, lei è la parte di noi che prova a essere gentile mentre tutto dentro si appanna.
È quella che:
- Apparecchia emozioni per gli altri
- Sistema sedie rotte con professionalità affettiva
- Incassa feedback non richiesti con grazia inquietante
Soffre in silenzio. Sa a memoria il menu della giornata altrui. Si domanda spesso se anche per lei ci sia una pausa.
🍨 Il gelataio filosofo: maestro zen col grembiule
Compare inaspettato. Di solito mentre osservi il tramonto con una coppetta in mano e dici cose tipo:
- “Tanto tutto si scioglie”
- “Meglio la crema, alla fine”
- “Alla fine ogni giornata ha il suo gusto”
Il gelataio filosofo è quella parte di te che ha fatto pace con l’instabilità dell’estate e la trasforma in sapienza spalmabile.
Una pallina di saggezza servita con cucchiaino biodegradabile e ironia tiepida.
🧾 Cos’hanno in comune questi lavoratori immaginari?
Tutti servono.
Tutti si consumano un po’.
Tutti resistono con dignità in un agosto che non è solo caldo, ma anche carico.
Dentro di noi, a rotazione, questi personaggi prendono servizio:
- Il barista: quando dobbiamo essere disponibili
- La cameriera: quando non possiamo dire di no
- Il gelataio: quando vogliamo dare un senso a tutto con un aforisma appiccicoso
In sintesi?
Ad agosto siamo più emotivi, più esposti, più affaticati.
E per questo, un po’ più umani.
Essere stagionali dell’anima non è un sintomo. È un’identità estiva condivisa.
Un modo per sopravvivere alla stagione dell’euforia obbligatoria ricordando che sì, anche i baristi hanno bisogno di ferie.
E magari anche di una mancia emotiva, ogni tanto.